Chiamatelo effetto Cristiano Ronaldo. Il Natale della Juventus si ricopre d'oro con il rinnovo della sponsorizzazione con Adidas, praticamente raddoppiata. Perché il minimo garantito passa da ventisette milioni all'anno a cinquantuno: il totale sono 408 milioni per otto stagioni. Per quella corrente la casa tedesca assicurerà un extra di 15 milioni. Così la Juventus affianca Chelsea e Bayern Monaco nella speciale classifica degli sponsor tecnici, subito dietro a United, Barcellona e Real Madrid.
Oro attira oro. E fa rima con Champions, che in Italia si legge Juventus-Roma, le uniche squadre rimaste nell'Europa nobile. Ed è ormai un classico di Natale. Un anno dopo, era il 23 dicembre, bianconeri e giallorossi si rifanno gli auguri in campo. Anche se è tutta un'altra storia. Allora erano due i punti di differenza, oggi sono la bellezza di ventidue. Un'enormità che svuota la sfida di qualsiasi significato anche se Massimiliano Allegri la pensa diversamente: «In questo momento la classifica è falsa, quella vera sarà alla fine del girone d'andata». Comunque questo può essere un vantaggio per la Roma che ha sempre perso all'Allianz Stadium: non c'è niente di peggio che affrontare una squadra che non ha niente (o quasi) da perdere considerando che la corsa Champions va a rilento. E soprattutto ha le armi per farti male. E un'impresa servirebbe a rinsaldare la panchina di Di Francesco, traballante nonostante le rassicurazioni di Pallotta. Per mancanza di alternative l'allenatore continua a restare al suo posto e «ogni mattina mi sento in discussione».
Allegri non si fida della Roma, la squadra che dalla stagione 2012-2013 ha la miglior media punti contro i bianconeri (0.9), e soprattutto di un collega che qualche scherzetto glielo ha fatto con il Sassuolo: dall'esonero ai tempi del Milan a quel ko nella sua seconda stagione che fece sprofondare la Signora prima della clamorosa rimonta. «Dobbiamo aggredire la partita», dice il tecnico. Il perché è subito spiegato: «La Roma insieme a noi è l'unica squadra negli ottavi di Champions». Ecco l'Europa che esalta una sfida tra la prima e la settima forza del campionato. Di Francesco coglie la palla al balzo per mandare frecciate il cui destinatario è Luciano Spalletti. «Ci sono squadre che si sono rinforzate e non hanno nemmeno passato il girone, la Roma in passato non ha passato neanche il preliminare».
Stasera non avrà ancora De Rossi, torna Dzeko ma sarà Schick a guidare l'attacco. Il ceco, che la Juve aveva preso prima che tutto saltasse per la mancata idoneità, l'anno scorso sbagliò in pieno recupero il gol del pareggio. Dall'altra parte ci sarà Cristiano Ronaldo, l'uomo che trasforma tutto in oro: «Gioca questa, salterà una delle prossime due», ha detto Allegri. Una scelta fatta magari dando una sbirciatina ai numeri di CR7: in sei sfide ha segnato cinque gol alla Roma, una doppietta nel famoso 7-1 di Manchester in cui si narra che qualche giallorosso lo implorò di fermarsi.
Ma sono altri i numeri che piacciono ad Allegri che fissa la quota scudetto: «Serviranno 87-88 punti, massimo 90».
Per chi ne ha fatti 46 in sedici partite qualcosa in più di una bella notizia. Anche perché difficilmente l'allenatore dei campioni d'Italia sbaglia i conti. E con Ronaldo è ancora più facile farli tornare. Dentro e fuori dal campo.
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