SchladmingCampione ed outsider: difficile riuscire ad essere entrambe le cose. Eppure Christof Innerhofer ieri a Schladming c'è riuscito, andando a vincere il superG, disciplina in cui è campione iridato in carica, da perfetta "sorpresa di giornata", dopo una stagione al di sotto delle aspettative, tormentata da guai fisici. Innerhofer scende con il numero 8: riserbo da matricola, si è abituato a veder scendere i migliori dopo di lui. Così, al traguardo e di fronte alla luce verde, fa esplodere la sua gioia con le mani avanti ed una frenata a spazzaneve, come un bimbo alla sua prima coppetta. Gioia autentica per una vittoria dell'animo che poi, atleta dopo atleta, si trasforma in vittoria certificata dalla classifica. Il tracciato era un vero superG, nel senso che era un gigante all'ennesima potenza: molte curve, porte a 50 metri, il tracciatore americano è stato preso per le orecchie dalla federsci e costretto a correggere e rallentare il percorso infilando tanti bei curvoni. Ecco perché dietro a Innerhofer e davanti ad un altro azzurro, Matteo Marsaglia, quarto, il podio si completa con due specialisti delle porte larghe: Alexis Pinturault chiude secondo, agguantando in meno di una settimana, il terzo podio in tre diverse discipline. Terzo, a soli 6 centesimi da "Inner", chiude Marcel Hirscher che, con questi 60 punti, mette una seria ipoteca sulla coppa generale. C'è chi ha voluto leggere nei risultati degli altri austriaci, che gli son finiti tutti dietro, specialisti compresi, un preciso ordine di scuderia: «Non rubategli punti», ma non esistono finali senza dietrologie. Si sa.
I fatti invece parlano di un Hirscher impeccabile su questi supercurvoni e, piuttosto, di un Beat Feuz, lo svizzero leader di classifica generale, disastroso e impreciso, finire gambe all'aria, gettando così la possibilità di garantirsi un margine di sicurezza, ora ristretto a 75 punti. Per il coppone infatti ora mancano solo due gare tecniche, gigante e slalom, più favorevoli ad Hirscher cui basterà arrivare una volta secondo o due volte sesto. La debacle di Feuz tiene testa ad un'altra delusione in casa svizzera, quella per il nono posto di Didier Cuche che dopo aver perso la sfera di discesa andata a Klaus Kroell, ieri ha consegnato a Svindal il titolo di superG.
Così il sorriso più bello è proprio quello di "Inner", campione ed outsider: «Son tornato "Winner", non potevo perdere questo titolo e ci ho creduto fino all'ultima gara in un anno per me difficilissimo», confessa il finanziere di Gais. Già la sbornia iridata per le tre medaglie collezionate agli ultimi mondiali sarebbe stata, da sola, una buona ragione per smarrire la diritta via del podio. Innerhofer per di più ha iniziato la stagione con un trauma cranico. Una botta alla capoccia che deve avergli dato alla testa ben più di quanto non avessero fatto la ribalta e la pressione post mondiale. Inner forse sottovaluta i postumi della caduta: prova a scendere subito in pista, ma arranca. Un barlume si riaccende in discesa a Wengen, col terzo posto, poi sfiora il podio nella "sua" Garmisch e risale lento la china con una serie di risultati da Top ten.
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