di Riccardo Signori
V erdetti già scritti. Non c'era bisogno di attendere comunicazioni ufficiali del campo. La stagione di Luciano Spalletti e Rino Gattuso aveva già trovato la sua circolarità: deludente l'uno, al limite delle possibilità l'altro. Detto in termini spicci: non era un dentro-fuori dalla Champions che avrebbe salvato la stagione del tecnico interista. Non era un dentro-fuori dalla Champions che avrebbe fatto cambiare idea sul lavoro dell'allenatore rossonero: il Milan era squadra da quinto-settimo posto, stando in quel range operazione compiuta. Andar oltre significava prendersi elogi e meriti che non tutti, nel gruppo milanista, avrebbero meritato.
Per dirla ai dirigenti stranieri delle milanesi: non è questa la Milano calcistica che il pubblico si attende. E non pare che i medesimi dirigenti abbiano ancora ben capito. In tale ottica c'è un merito da addebitare ai tecnici: hanno mostrato limiti dei giocatori e quanto di valido si annidava nelle squadre. Però Spalletti ha una lunga carriera sulle spalle, poteva venirne fuori meglio. Gattuso è figlio della inesperienza. Spalletti quasi mai ci ha fatto vedere un'Inter di buon livello nel gioco. Gattuso ha provato tutto quanto possibile per nascondere le pecche della squadra e della rosa. Spalletti ha fatto fumo, Gattuso ha cercato solo arrosto. Caratteri, modi di proporsi, ed anche di parlare, sono pesati: vedevi in Spalletti un filosofo arrabbiato e oltre non andava. Vedevi in Gattuso un lottatore al limite dell'autolesionismo, uno che ha dato tutto si direbbe per un atleta. Entrambi si sono trovati a combattere con centravanti bizzosi (eufemismo) e i risultati hanno segnato la stagione: uno ha pensato all'amor di squadra ed ha fatto deflagare tutto.
L'altro, con Higuain, ha tentato di risolverla con amor di rapporti ed ha limitato i danni: va detto che i dirigenti gli hanno dato una mano. Anche in questi aspetti è depositata la ragione di un verdetto già scritto. E se Spalletti merita i saluti a prescindere, Gattuso meriterebbe una squadra migliore e che si chiami sempre Milan.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.