Rizzoli vota per la «Germexit»

di Tony Damascelli

L a mano di Bastiano. Ecco la Germexit, il capitano Schweinsteiger fa il furbo e l'italiano, Nicola Rizzoli, lo becca in fallo, aspetta un secondo e poi soffia nel fischietto, rigore e Griezmann consegna la finale alla Francia, a Parigi, come in quell'estate dell'Ottantaquattro quando Michel Platini fece fuori la Spagna. Stavolta sarà il Portogallo, stavolta sarà la sfida di Pogba con Ronaldo, roba da duecento e più milioni ancora.

Si parla di soldi perché in questo europeo non c'è stato un grandissimo football ma si è scritto soprattutto di mercato, alla scoperta di pietre verdi fino a un mese fa sconosciute o quasi, come il croato Pjaca, pronuncia Piazza, diventato l'artista più richiesto dalle migliori compagnie teatrali. Semifinale con il rischio, molto equilibrio, dunque molta prudenza tattica, le sedicenti stelle sono state a guardare, Pogba capo di questo clan per almeno un'ora, Marsiglia ha tenuto comunque al caldo la nazionale di Deschamps, quella di Loew ha ribadito le cose grigie mostrare contro l'Italia ma stavolta la sorte non ha accarezzato i campioni del mondo e soprattutto Antoine Griezmann non ha fatto il clown come uno Zaza qualunque (la sua girl non reagisca, c'è di peggio nella vita, per esempio la disoccupazione) o un Pellè sfottente, il suo rigore ha mandato in esaurimento Neuer e tutta la Germania.

Lo stesso monsieur Antoine ha perfezionato il rififi su un numero da prestipedatore di Pogba. Quanto vale oggi Griezmann? L'Atletico di Madrid se lo tiene stretto. E la Francia sogna di ripetere l'Ottantaquattro. Intanto, cari saluti ai tedeschi di Germania.

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