Roma Ormai gli appuntamenti della Roma all'Olimpico stanno diventando niente altro che una formalità. Il Torino è la diciassettesima vittima stagionale nel fortino giallorosso, dove in campionato tutte le avversarie hanno pagato dazio. Un altro poker di reti dopo quello europeo al Villarreal e quello rifilato alla Fiorentina dodici giorni fa, il sesto davanti al proprio pubblico e con un risultato fotocopia di quello della Juve con il terzo controsorpasso al Napoli in tre settimane. Ma la pratica granata la truppa di Spalletti la chiude in poco più di un quarto d'ora, il tempo per Dzeko di timbrare il gol numero 29 nell'annata (non segnava così dai tempi del Wolfsburg, stagione 2009-10 ma allora gli occorsero 48 gare mentre ora è appena alla 34ª) e per Salah di seminare il panico con la sua velocità palla al piede che gli fruttano il nono gol in campionato e un palo. E così i giallorossi mettono a nudo le attuali "miserie" granata: una sola vittoria nel 2017 e appena sei punti racimolati, con speranze di Europa già naufragate da tempo.
Spalletti aveva avvertito alla vigilia: «Non siamo più la squadra della partita di andata». Quello che fu il punto più basso dell'annata giallorossa, tanto che il tecnico parlò di giocatori malati di mente (inteso come mentalità) e fu oscurato anche il gol numero 250 in A di Francesco Totti. Da allora è cambiato tutto: la Roma segna, diverte e si diverte (già 81 i gol in 36 gare nelle tre competizioni, quattro con il preliminare di Champions) e la terza rete di Paredes è addirittura da cineteca, come è significativa la quarta di Nainggolan che arriva con un assist di Totti, in campo negli ultimi 11 minuti; il Toro è in caduta libera e senza più obiettivi reali. Tanto che il golletto sui titoli di coda è di Maxi Lopez, attaccante ormai ai margini nelle scelte di Mihajlovic che non segnava da aprile scorso. Non pervenuto il terzetto offensivo con gli ex Iago Falque e Ljajic spettatori non paganti e il Belotti mai servito a dovere da una squadra a lungo in balia dell'avversario. E i granata restano la squadra più perforata dalla Roma nella storia del campionato (210 reti). «La differenza con l'andata? Noi eravamo meglio, loro peggio... Stavolta ci mancavano tre difensori centrali, ma bisogna dare merito alla squadra di Spalletti che è molto più forte e all'Olimpico vince sempre», l'analisi di Mihajlovic.
Dzeko, a segno in otto partite di fila, risponde a Higuain e timbra il gol numero undici in 32 giorni. La sua media realizzativa (0,85 a gara) è simile a quando con il Wolfsburg otto anni fa arrivò al suo record stagionale di 36 reti. Così la partita del Toro, pure capace di ottimi primi tempi in stagione, è già in salita. I granata, incassato il secondo gol da Salah, non riescono a rimettere in piedi la sfida pur provando ad abbassare il baricentro della Roma. «I ragazzi sono stati bravi, dopo la vittoria a Villarreal c'era il rischio di non avere il ritmo e dare vantaggi al Toro - così Spalletti che ha ridotto il turnover a 4 giocatori rispetto all'impegno di Europa League -. Invece siamo entrati bene in partita, anche se abbiamo disperso energie dopo il 2-0. Il mio contratto? Prima bisogna rinnovare quello di Totti, contano i giocatori non gli allenatori. E dev'essere naturale come quando la gente esulta appena lui si alza dalla panchina».
I gol di Paredes e Nainggolan - il belga è arrivato alla doppia cifra stagionale - che completano la nuova quaterna giallorossa dimostrano la fame di un gruppo mai così affiatato. Il ciclo giallorosso prevede adesso la formalità del pass europeo, poi Inter a San Siro e Napoli in casa con in mezzo il primo derby di coppa Italia con la Lazio.
E' il momento chiave della stagione e la Roma ci arriva lanciata come un carro armato. Il poker di ieri è tutto dedicato allo sfortunato Florenzi, celebrato dalla squadra con il numero 24 stampato sulla manica destra delle magliette.
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