Roma da scudetto Inter che batosta

Totti superlativo. Difesa nerazzurra sbadata ma il rigore non c'era Terzo 0-3 di seguito a S. Siro con i giallorossi: stavolta troppo pesante

Roma da scudetto Inter che batosta

Quanto sei bella Roma, quanto sei sciocca Inter. La partita del gioco più bello del campionato (copyright Mazzarri) finisce rispettando la previsione dell'allenatore ma forse pestando un po' troppo gli occhi dell'Inter. Tre gol ti mandano groggy, umiliano i nerazzurri più di quanto abbia detto la partita ma esaltano la Roma per quanto ha mostrato, dimostrato e meritato con il suo gioco spettacolare e attento. La differenza sta tutta qui: Inter sbadatona e inefficace nella fase difensiva, Roma stile marines in ogni fase del gioco e della partita. E così la Roma realizza il suo settebellissimo (sette vittorie di fila valgono un'idea da scudetto) nonostante abbia chiuso in dieci (espulso Balzaretti nel secondo tempo) e l'Inter dovrà ricominciare a tessere la sua tela calcistica: primo intoppo, anche pesante. Inter meglio nel primo tempo quando ha subito tre gol, sembra un controsenso, impotente nella ripresa nonostante abbia rinforzato l'attacco con tutta l'artiglieria.

Tre gol in un tempo sono il segnale di una batosta. Totti one man show è il segnale di una squadra che può guardare lontano. San Siro si è goduto un galà di bel calcio, poi certo i gol della Roma hanno raffreddato i cuori. Tre anche stavolta come nelle ultime due vittorie giallorosse a San Siro.

Un po' di beceraggine all'inizio quando una parte del pubblico ha ignorato il minuto di silenzio in ricordo dei morti di Lampedusa, calor caldo quando le squadre hanno cominciato a rullare come aerei pronti al decollo. Calcio talvolta ruvido, ma grande intensità, agonismo, vivacità nel capovolgere le situazioni. La Roma si è presentata con la bella faccia di questa stagione: solida in difesa, letale nel contropiede e nella capacità di fuggir via come un leprotto. Gervinho (nel quale qualche tifoso nerazzurro di vecchia data ha forse rivisto il guizzo devastante Jair) scatenato su qualunque fascia giochi, Florenzi attento a seguire sempre l'azione che conta, Totti tornato implacabile ragazzino: lo vedi in pressing sui difensori avversari e tosto difensore in area a calciar via palloni pericolosi.

Eppure il primo tempo ha detto che l'Inter non è la squadra da metter sotto con tre gol. Un po' avventurosa in difesa (Campagnaro non c'era ed ha dimostrato quanto conta) ma molto più solida nel suo giocar d'attacco. La Roma ha sfruttato gli errori nerazzurri, l'Inter si è vista respingere ogni chance che la partita le abbia presentato. Le squadre hanno alternato quel tirar colpi per una ventina di minuti. Inter pressante e in pressing per intimidire i romanisti: molto più del solito. La squadra di Garcia pronta a respingere gli attacchi con una convinta aggressività difensiva e subito via in contropiede. Poi tutto è precipitato quando la Roma ha costruito una splendida azione di calcio per portare Gervinho a creare panico e mollare palla indietro a Totti: il tiro radente, rasoterra e preciso nell'angolo è stato un gioiello ed una lama nel burro interista. Per la statistica: gol numero 100 segnato dalla Roma all'Inter sul prato di San Siro. Mazzarri fa segno: al primo tiro. Appunto al primo tiro vero dopo tanto moinare di Gervinho e soci. Non proprio una bella figura difensiva. Il calcio sa essere ingannatore e traditore.

Però mai dire mai: ed infatti l'Inter è tornata in fase di decollo, agguerrita e aggressiva ha giocato alla pari con la Roma. Guarin è stato ciclonico nel mandare un pallone sul palo, Alvarez ci ha provato di testa. Niente male, se lo sbiadito Pereira, dopo 39 minuti, non avesse avuto la peggior idea della sua partita agganciando il piede di Gervinho proprio al limite d'area. L'arbitro vede i piedi dentro, in realtà sono fuori di qualche centimetro. Totti è diabolico nel rigore. Poi la Roma si fa devastante e grazie ad un altro straordinario contropiede, ispirato da Totti, va al gol con il tiro preciso di Florenzi e la difesa ancora in barca. Tre gol, punteggio umiliante e non del tutto meritato. Però la partita ha detto che la Roma è già pronta per pensare in grande, Strottman è un meraviglioso equilibratore del centrocampo, De Rossi un salvagente per tutti, Totti con i suoi 230 gol non solo un pedigrèe da mostrare. L'Inter, invece, ha ricordato i limiti difensivi, squadra volonterosa, ma forse acerba nella capacità di gestire la partita per riportarla nei propri territori.

Nel secondo tempo l'Inter ha mandato in campo Icardi e Milito, Alvarez ha continuato a provarci, Ranocchia ha segnato un gol annullato per fallo sul portiere e Handanovic ha dovuto dimostrare grandi qualità quando Gervinho e Florenzi filavano verso la porta, inseguiti dagli affannati difensori nerazzurri. Sembrava il refrain di tutta la partita.

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