«Il presidente Silvio Berlusconi tiene molto a conservare i suoi campioni, è per questo che credo che Ibra e Thiago Silva rimarranno con noi». Firmato Max Allegri. Può bastare? Neanche per idea e non solo per la visita di Roberto Mancini nell’ufficio di Adriano Galliani, lunedì pomeriggio o per le sicurezze mostrate dalla stampa catalana. No, il piano del Milan 2012 è pronto ed è stato preparato da Galliani e Allegri e approvato dal presidente Berlusconi. Naturalmente non è blindato, ci sono alcune variabili. La prima, la più importante di tutte, è quella di Thiago Silva, sul conto del quale si è speso ieri il suo agente Paolo Tonietto. «Né io né Thiago abbiamo avuto contatti con il Manchester City o il Barcellona. La sua preferenza? È sicuramente il Milan. Solo la dirigenza rossonera può decidere di cedere il giocatore» la dichiarazione pubblicata sul sito ufficiale. Seguita subito dopo dalla smentita di Roberto Mancini che ha spiegato così la sua puntata in via Turati: «Una visita di cortesia, su invito di Galliani, durata 10 minuti e durante la quale non si è parlato di mercato».
Non bisogna farci il caso, è la legge del calciomercato: durante il negoziato, bisogna smentire, smentire anche dinanzi all’evidenza. La variabile su Thiago è legata alla valutazione: la cessione è possibile solo nel caso in cui Galliani dovesse ricevere una proposta indecente, la cifra prospettata parte da 60 milioni per poi scendere non sotto i 50 milioni. Al momento non c’è in circolazione nessuno in grado di presentarsi con un assegno così ricco perciò al Milan sono tutti convinti di riuscire a tenere, almeno per un altro anno (contratto in scadenza nel giugno del 2016), il difensore brasiliano.
Meno complicato lo scenario relativo a Zlatan Ibrahimovic. Ieri ha pubblicato su twitter una frase che si presta a opposte interpretazioni: «Se vado, vado. Se resto, resto. Questo è chiaro. Molte persone si prendono la briga di dire a nome mio qualcosa che non mi è stato detto». Che vuol dire? Forse, nella versione più favorevole al club milanista, che in passato ha deciso di andare ed è partito, mentre ora ha deciso di restare e resterà. Meno decifrabile il riferimento generico a persone che parlano per suo conto e di sicuro non può essere Raiola che ha da sempre con lo svedese un rapporto indissolubile. Sul punto Allegri è stato addirittura definitivo. «Ibra è contento di restare e io ultra-contento che lui rimanga. È bene che rimanga, io preferisco allenare i campioni» così per sgomberare il campo dalle voci insistenti di incompatibilità tra i due, dopo la nota lite di Londra. Al momento l’unico vero attaccante sul mercato è Robinho, richiesto dai brasiliani: se dovesse partire lui, allora si aprirebbe la caccia al successore (Tevez). Capitolo chiuso invece per Maxi Lopez: il suo riscatto non è previsto nemmeno se il Catania dovesse ridurre la cifra (8 milioni) stabilita per il riscatto. È anche una questione di numeri.
Allegri infatti ha chiesto e ottenuto di ridurre drasticamente il numero dei titolari (saranno al massimo 20-21 più i 3 portieri) e chiuso la porta ad eventuali recuperi e/o ripensamenti dei grandi vecchi (tipo Nesta e Gattuso: il primo ha trovato le porte chiuse negli Usa, il secondo in Scozia). La sua idea è quella di riportare Boateng nei tre di centrocampo e addirittura e di moltiplicare la cifra tecnica aggiungendo a Montolivo e Traorè due centrocampisti di qualità. La novità tattica può essere il cambio del modulo con una versione in qualche caso del 4-3-3: eliminata così la figura classica del tre-quartista.
Previsti in difesa due arrivi: un difensore dell’argine sinistro di spessore (Mesbash può essere rispedito in prestito) e un centrale difensivo, il giovane Acerbi, più un altro corazziere. Col giovane Gabriel dell’under 20 brasiliano, chiuso il drappello dei portieri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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