
Campionato da dopolavoro, football senza luce, a parte quelle di Nico Paz e Modric, quattro sulle prime cinque in classifica hanno già subìto due sconfitte, nove partite, nove gol, miseria tecnica compresi gli arbitraggi, nella noia generale il Milan va in testa da solo con i due gol di Leao alla Fiorentina, la prima sconfitta in campionato della Juventus può sorprendere chi non ha ancora capito la reale dimensione della squadra, i limiti non soltanto tecnici ma di personalità, di carattere, in breve i segni particolari scomparsi dalla sua carta di identità. Tudor non è il solo colpevole, non lo sono nemmeno totalmente i suoi giocatori, è invece evidente la bassa qualità dei dirigenti scelti da Elkann, personaggi di margine, senza peso all'interno dello spogliatoio, Damien Comolli si porta sempre appresso in tribuna la moglie (mai accaduto in precedenza nella storia dei vertici juventini), il francese è però assente nel momento critico, quando è doveroso esporsi per tenere compatto il gruppo, a Como in particolare, ma ciò è in linea con l'ignoranza, di cultura calcistica e bianconera intendo, del dopo Agnelli, Gianni e Umberto e, in parte Andrea prima del suo crollo; chi sogna Del Piero, Platini o Chiellini presidente, ignora che a Elkann certe figure farebbero ombra, restano fantasie di tifosi e cronisti. Nessuno si vuole rendere conto che si è conclusa l'era della Juventus che tutti conoscevano, debiti, perdite, guai giudiziari, cambi di gestione contabile e tecnica, denunciano la fine di una storia. E dopodomani questa Juventus senza identità si presenterà al Bernabeu pronta al sacrificio. Di contro, la rinascita dell'Inter, passata sulla Roma-Rometta, si deve alla coerenza e solidità del gruppo dirigenziale, uomini di campo e di politica, oltre alle scelte di mercato.
Domani il Napoli a Eindhoven deve superare le paturnie di Conte, l'Inter stessa sia prudente, l'Union Saint Gillois è prima in classifica belga, Tony Bloom, il presidente, è un fuoriclasse di scommesse e poker. Occhio al bluff.