N on c'è goduria migliore e maggiore per un granata che di vedere perdere la Juventus. Se poi il fatto accade nello stesso giorno in cui il Toro vince, allora il piacere aumenta. Se poi l'evento coincide con il derby allora è doppia libidine. Dunque questo è il vero grande stimolo che muove la comitiva di Sinisa Mihajlovic che non ha certo bisogno di trovare sollecitazioni. Ha vissuto derby a Genova, a Roma, a Milano e nella terra di nascita. Dunque c'è poco da scherzare per la Juventus, il Toro è toro pronto a fare corrida, ha armi puntute che valgono milioni, Belotti è pronto a ribadire la cresta alta contro la difesa che, in Europa, ha preso soltanto due gol.
Torino-Toro, così deve essere, come lo è stato in mille altre volte al punto da costringere Boniperti alla fatidica e puntuale affermazione: «Il derby? Da abolire». E' lo stesso pensiero, mai reso pubblico, anche di Andrea Agnelli mentre il suo collega rivale, Urbano Cairo ha una voglia matta di fare il colpo che riscatterebbe una stagione non proprio felice. I due presidenti hanno uguale filosofia aziendale, prima i conti in regola, dunque il fatturato trasparente e solido, poi arriva anche il resto. Il resto del Torino non è ancora in linea con altre intraprese di Cairo ma il football non è soltanto azienda, il derby poi si può maledettamente perdere anche all'ultimo tiro, vedi Pirlo prima e Cuadrado dopo, la sfida resta aspra anche per quel manipolo di delinquenti idioti che ha lerciato i muri e la memoria della tragedia di Superga, il Torino Toro è vivo e resta eterno, certi suoi intellettuali supporters sono un po' patetici e fintamente romantici.
Maggio è il tempo della memoria ma stavolta diventa il tempo della celebrazione festosa. Tra venti giorni verrà inaugurato il Filadelfia che fu tempio sacro ed oggi è una piccola chiesa che abbisogna di essere santificata. Dunque il sangue granata è caldo, ci sono i gobbi di fronte, i rigatini come diceva Giagnoni che trasformò, con il suo colbacco, il derby in un duello di riscatto sociale. Erano tempi in cui si scatenava anche la caccia all'uomo, i derby di Ferrini e Sivori, quelli di Pasquale Bruno 'o animale contro tutti.
Oggi regna la calma in campo, mentre fuori senti puzza di zolfo oltre che altri odori che appartengono alla feccia juventina che ho prima citato. Mi auguro che nessuno fiati su Superga o sull'Heysel, Torino ha pagato il conto come nessuna in Italia. Si giochi e basta, vinca chi saprà farlo e poi si tornerà a vivere di altro.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.