Salvate Stramax dal fantasma Mou

L'ultimo tormentone interista dà la sensazione che la gente non abbia di meglio a cui pensare: Stramax è come Mou? Meglio di Mou? Sarà come Mou? Tanti lo sperano, qualcuno lo pensa, quasi l'Inter non potesse fare a meno di un Mourinho per vincere ancora. E non è detto che il paragone con Mou sia un complimento. Certo in quanto a stellone e capacità di spillare soldi e giocatori ai presidenti, come lui non c'è nessuno. Circa senso civico-calcistico e strategia tattica ci sarebbe da discutere. L'Inter è sopravvissuta alla lontananza di tanti allenatori, a cominciare da Herrera, ed ha ripreso a vincere prima di Mourinho. Ora il furbo Stramax ha provato a mourinhare, andando sotto la curva ultras, vinto il derby. Poi ha capito che è meglio volar basso e allora ha ricomposto l'immagine. «Ma no! Che dite? È ridicolo un paragone serio. Quello che ha fatto Mourinho rimane un traguardo, magari un sogno per un giovane come me».
Punto e a capo. Il povero Stramax si ritrova con il peso di un raffronto continuo e anche ingiustificato. Mou è arrivato all'Inter già formato e vincente, Stramax sta studiando. Mou ha messo il cappello sulle fondamenta create da Mancini. Questo sta ristrutturando, cercando di creare altre fondamenta. Compito molto più ingrato. Moratti ha provato a disinnescare la miccia posta sotto la panca dell'ultimo prediletto. Naturalmente il paragone gli piace. Figuriamoci, questo allenatore se lo è inventato lui. Però deve aver prevalenza il buon senso e non la faciloneria, anche giornalistica. E l'ha chiusa così: «Stramaccioni ha sempre più personalità, è intelligente, ha capacità e attenzione per le cose che vuol fare, ha l'umiltà per farle. E come Mourinho è un grande lavoratore».
Per i risultati meglio ripassare. Ed anche per parlare di questa Inter. Un derby appena vinto evidentemente non basta, né al presidente, né alla gente nerazzurra che ha buon fiuto: vittoria certo, ma il palato ha un retrogusto incerto. «Speriamo che il gioco migliori», ha sintetizzato Moratti. Ecco, appunto: l'Inter ha trovato un gioco per restare a galla quasi sempre, ma la qualità globale è sotto il minimo garantito da una squadra pretenziosa. L'assenza di Sneijder semplifica il lavoro di Stramax che può contare su giocatori disposti a lavorare senza eccessi di narcisismo. Perfino Cassano si è adeguato. Però serve un salto di qualità. La difesa è migliorata, seppur in equilibrio instabile. Il centrocampo arranca ancora.

Stavolta non ci sono nemmeno lamenti contro gli arbitri per trovare alibi. Moratti chiude il discorso con una mourinheria: «Già, di solito sono abituato a essere dall'altra parte e a non dire niente». Come se questo fosse un anno da godersi solo da spettatore.

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