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San Siro si può abbattere: ok dalla Soprintendenza

Secondo i tecnici del ministero non sussistono vincoli di tutela per lo stadio Meazza. Via libera al progetto presentato da Inter e Milan

San Siro si può abbattere: ok dalla Soprintendenza

Lo stadio di San Siro non presenta alcun ''interesse culturale'' e pertanto non deve essere tutelato dalla Soprintendenza ai beni culturali, lo ha stabilito la Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia, rispondendo a una richiesta presentata dalla giunta del sindaco Beppe Sala.

Inter e Milan non avranno alcun vincolo dalla Soprintendenza per l'eventuale abbattimento dello stadio Giuseppe Meazza poiché l'impianto per i tecnici del governo non ha interesse culturale. È questo l'esito del consulto della Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia richiesto lo scorso novembre dal sindaco di Milano, Beppe Sala. Prima di dare il via libera al progetto presentato dai due club, la giunta di Palazzo Marino aveva chiesto se il Meazza avesse qualche valore architettonico. Il progetto prevede di fatto l'abbattimento dello storico stadio per realizzare un nuovo impianto sempre nel quartiere San Siro, a poche centinaia di metri.

Secondo il provveddimento appena arrivato in Comune, il Meazza non deve essere tutelato perché "trattasi, allo stato attuale, di un manufatto architettonico in cui le persistenza dello stadio originario del 1925-'26 e dell'ampliamento del 1937-'39 risultano del tutto residuali rispetto ai successivi interventi di adeguamento realizzati nella seconda metà del Novecento e pertanto non sottoposti alle disposizioni di tutela del patrimonio perché non risalenti a oltre 70 anni". In sostanza dello storico impianto, costruito nel 1926 e ispirato agli stadi inglesi, rimane ben poco in quanto le successive trasformazioni non fanno parte del patrimonio da conservare. Trattasi infatti di interventi architettonici in divenire e legati alle esigenze della moderna società dello spettacolo come spiegato nel dettaglio dal parere della commissione: "Le stratificazioni, gli adeguamenti e gli ampliamenti fanno dello stadio - come oggi percepibili nel suo insieme - un'opera connotata dagli interventi del 53-'55, oltre a quelli del 1898-'90, nonché dalle opere successive al Duemila, ovvero un'architettura soggetta a una continua trasformazione in base alle esigenze legate alla pubblica fruizione e sicurezza e ai diversi adeguamenti normativi propri della destinazione ad arena calcistica e di pubblico spettacolo".

La decisione rappresenta un'accelerata importante in vista dell'accordo tra i due club e l'amministrazione comunale per la realizzazione del nuovo stadio e della trasformazione del quartiere. Secondo il progetto l'area su cui ora sorge il campo di gioco diventerà un parco/centro sportivo aperto al pubblico, mentre l'area circostante verrà trasformata ospitando un albergo, un centro commerciale e numerosi spazi ricreativi. Nel frattempo i tecnici del Comune e delle due società sono sul punto di concludere la trattativa per decidere l'indice di edificabilità e i servizi che saranno necessari al quartiere. Insomma dopo il via libera del Ministero per i beni culturali, l'annuncio dell'accordo sembra davvero ad un passo.

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