Il ciclone Cremona (ma sono già arrivate in Figc le carte di Bari e presto si chiuderà l’inchiesta di Napoli) non potrà non condizionare la prima tranche del processo sportivo su Scommessopoli che prenderà il via domani all’ex Ostello della Gioventù a Roma.
Si parte dal deferimento di 22 club (tra cui Atalanta, Novara e Siena in A, rischiano penalità nella prossima stagione) e 61 tesserati. Pioveranno tante richieste di patteggiamento - dovrebbero essere una quindicina - almeno per i «collaboratori» (i vari Gervasoni, Carobbio e Zamperini) e per chi rischia l’omessa denuncia (4 mesi di squalifica invece di un anno la possibile sanzione). Il fatto che molti dei deferiti sono entrati anche nel filone ter (denominata New Last Bet) dell’inchiesta della procura cremonese non ha permesso ai legali di alcuni arrestati di presentare la memoria difensiva. Possibili dunque alcuni stralci, oltre che il blocco del processo dopo le prime due udienze.
Nel frattempo il procuratore federale Stefano Palazzi e il suo pool di investigatori calendarizzerà le audizioni - che dureranno circa un mese - per la nuova inchiesta sportiva che coinvolge importanti personaggi della serie A, come Conte, Mezzaroma (il cui interrogatorio era saltato per problemi di salute di quest’ultimo), Mauri (già ascoltato ma aveva negato tutto) e club di spicco come Lazio, Genoa, Siena, Lecce e Chievo. Le accuse a Conte in particolare si riferiscono al periodo in cui allenava il Siena, ed è quindi il club toscano che risponderà eventualmente di responsabilità oggettiva. Ma c’è il precedente dei due club (Sampdoria e Spezia per Bertani e Carobbio) che sono stati deferiti perché è prevista nel codice di giustizia sportiva l’«estensione» della responsabilità oggettiva per le società che tesserano soggetti accusati di associazione anche dopo che hanno commesso fatti illeciti.
Dunque, la Juve potrebbe essere coinvolta - effetto trascinamento - per Conte (e per Bonucci, che all’epoca dei fatti incriminati era a Bari), ma solo se al tecnico e al giocatore venisse contestata tale associazione finalizzata a commettere illeciti (articolo 9 del suddetto codice). E l’Uefa non iscrive alle Coppe Europee (articolo 2 comma 4 del regolamento della Champions League) chi sia coinvolto in maniera diretta o indiretta in vicende di calcioscommesse. C’è il caso Fenerbahce della passata stagione: deferito dalla Federazione turca poi assolto nel processo che condannò i suoi calciatori. Ma i bianconeri non perderanno il diritto acquisito sul campo, visto che l’Uefa riconosce comunque un margine interpretativo prima di adottare sanzioni: «Ogni caso è diverso e bisogna valutarlo nella sua globalità. Tuttavia, nel caso italiano, le sanzioni debbono essere comminate dalle autorità italiane», assicurano da Nyon. Sarà quindi la Figc a decidere, dopo la fine dell’iter giudiziario, le sei squadre italiane iscritte alle competizioni europee.
Vigendo il principio dell’afflittività, le eventuali sanzioni dovrebbero essere applicate nella stagione appena conclusa. A rischiare la penalizzazione e quindi la qualificazione alla Europa League è in particolare la Lazio, chiamata in causa per le partite con Lecce e Genoa del 2011. Poi c’è in maniera più sfumata l’Udinese, se dovesse risultare coinvolta nella combine dell’incontro con il Bari della stagione 2009-2010. Roma e Inter (che non rischia nulla per l’indagine su Vieri, non più tesserato nerazzurro, e sulla sfida con il Lecce) sono dunque alla finestra per un eventuale «ripescaggio».
In generale comunque l’illecito può comportare per i club la retrocessione (per
responsabilità diretta, rischia in questo senso il Siena con diverse partite nelle quali gli inquirenti ipotizzano il coinvolgimento dei dirigenti bianconeri nelle combine), per i tesserati la pena da tre anni alla radiazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.