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Sebastiano Rossi: "Berlusconi, Capello, Sacchi, vi racconto tutto del mio Milan"

In esclusiva per ilgiornale.it, l'ex portiere Sebastiano Rossi ha toccato diversi temi tra cui il Milan, la Coppa Campioni del 1994, Sacchi, Capello, Berlusconi e molto altro ancora

Sebastiano Rossi: "Berlusconi, Capello, Sacchi, vi racconto tutto del mio Milan"

Sebastiano Rossi è stato uno dei portieri italiani più forti degli anni ottanta-novata. Il 55enne di Cesena dopo anni di gavetta tra Forlì, Cesena, Empoli e Rondinella Marzocco, nel 1990 approda al Milan dove diventa quasi subito protagonista. Nel 1990-91 con Arrigo Sacchi in panchina non riesce a trovare molto spazio ma nonostante questo raccoglie 18 presenze stagionali. Nella stagione successiva, però, diventa titolare inamovibile di uno dei club più vincenti e gloriosi della storia del calcio italiano e mondiale.

Con la maglia del Milan Rossi vince tutto: cinque scudetti, tre Supercoppe Italiane, una Coppa Intercontinentale, due Supercoppe Europee e una Coppa dei campioni, quella vinta dai rossoneri ad Atene con un nettissimo 4-0 contro il Barcellona. In esclusiva per ilgiornale.it l'ex portiere di Cesena ha toccato diversi temi tra cui la situazione attuale del calcio italiano il Milan, Capello, Sacchi, la nazionale e molto altro ancora.

Rossi, sembra che si tornerà in campo a metà giugno dopo lo stop forzato per la pandemia da coronavirus. Lei è favorevole alla ripartenza?

"Diciamo che l'Italia non può vivere senza calcio, questo è poco ma sicuro. Penso anche che per il bene di tutti bisognerà fare molta attenzione per evitare contagi: non sarà una scelta difficile da prendere. Chiaro che se si dovesse riprendere si dovrebbe mantenere un regolamento ben preciso perché la paura è che possa cambiare qualche regola".

Cosa intende con "cambiare qualche regola"?

"Penso alla marcatura a uomo che non si potrà più fare, ad esempio (ride; ndr). A parte gli scherzi mi auguro per il bene del calcio che si riparta e che si possa giocare realmente a calcio e che non diventi una cosa artefatta. Già non sarà bello vedere gli spalti vuoti, speriamo che si possa vedere del vero calcio. Comunque sono favorevole ad una ripresa".

Lei è stato una colonna per dodici anni del Milan, cosa ne pensa dell'attuale situazione societaria?

"Io parlo di rendimento di squadra perché altro non posso dire non essendo al corrente di altro. Penso che le aspettative fossero ben altre però questa è una squadra giovane e spero che la società possa nei prossimi anni ricostruire una squadra all'altezza del suo nome e del suo blasone per riportarla in alto, dove merita".

Boban è stato licenziato e pare che anche Maldini possa lasciare il Milan a fine stagione. Cosa ne pensa dei suoi ex compagni di squadra?

"Maldini e Boban sono stati grandi in primis due grandissimi calciatori e in secondo luogo sono grandi miei amici. Al di là di questo io non sono certo che Boban sia stato cacciato e non sono certo che Maldini sarà cacciato. A mio avviso, conoscendoli, la decisione di lasciare l'ha presa Zvone e in futuro, nel caso la prenderà, sarà Paolo a decidere se rimanere o meno. Sono ragazzi troppo onesti per fingere e stare in una situazione di mezzo, lo dico perché li conosco bene".

Si può dire che il ricordo più bello che ha con la maglia del Milan è la famosa finale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona nel 1994?

"Quella è stata davvero una grande emozione, è stato il finale di una stagione calcistica che a volte può finire con una vittoria, altre no. Noi vincemmo la Coppa dei campioni e fu davvero qualcosa di incredibile contro una squadra molto forte come il Barcellona. Serata memorabile che rimarrà per sempre impressa nella mia mente".

C'è qualche compagno di squadra con cui ha legato particolarmente nei suoi anni al Milan?

"Ai tempi del Milan ho davvero legato con tutti, farei un torto a qualcuno se facessi solo qualche nome. Ho avuto la fortuna di conoscere in primis grandi campioni e tutte persone di grandissimo livello morale".

Sacchi e Capello sono stati due allenatori fondamentali nella sua carriera: che ricordo ha di entrambi?

"Premesso che da tutti gli allenatori avuti in carriera ho imparato qualcosa, nel caso specifico posso dire che sono stati due grandi maestri. Su Sacchi non c'è niente da dire perché lo conosco da quando avevo 15 anni da quando vincemmo il tricolore con squadra Primavera del Cesena. Mi ha visto crescere e io ho visto crescere lui come allenatore, ha dato svolta al calcio mondiale, bisogna dire le cose come stanno. Per quanto riguarda Capello, invece, e non lo dico solo per le vittorie che ho raggiunto con il suo Milan posso dire che è uno degli allenatori ai quali mi sento più legato, senza togliere niente agli altri".

Eppure van Basten ha usato parole dure contro Sacchi nella sua biografia. Cosa ne pensa di quelle parole?

"Purtroppo la biografia di Marco non l'ho letta... La leggerò ma sicuramente penso che non facciano bene a nessuno queste parole, né ai protagonisti ma nemmeno ai lettori. Penso non sia il modo giusto per far conoscere le proprie vicessitudini durante una carriera calcistica. Lo dico in termini generali: parlare in modo negativo di persone sui libri e sul giornale non è da persona di carattere. Lungi da me accusare van Basten e difendere Sacchi però mi sembra che con Sacchi allenatore Marco abbia comunque vinto due palloni d'oro e due Coppa Campioni..."

Passiamo ad un tasto dolente, la Nazionale italiana: Sacchi non la convocò per il Mondiale di Usa 94. Ci rimase male?

"Penso che in quel Mondiale avrei meritato di esserci e lo dico senza polemica, presunzione e senza nulla togliere ai miei tre colleghi convocati. Magari con me in porta non saremmo mai arrivati in finale, ma ripeto penso che avrei meritato di esserci per quanto fatto con il Milan e per i tanti calciatori rossoneri convocati in quella nazionale. Ma nessuna polemica"

Tanti ricordano il suo brutto gesto quando stese Bucchi in quel famoso Milan-Perugia. Cosa si sente di dire in merito?

"L'ho rivisto tante volte e devo dire che fu un gesto eclatante ma io non volevo fare male a nessuno, davvero. Rivederlo in tv mi ha fatto strano, non volevo fargli male ma non è sicuramente un gesto da insegnare alle giovani leve. Alla fine non si è fatto male nessuno a livello fisico e sono felice di questo, ma il gesto rimane ed è un stato un errore che ho ammesso e per il quale ho pagato con la squalifica"

Da quel momento in poi un giovane Abbiati prese le chiavi della porta del Milan, le diede fastidio?

"No, Christian è veramente un ragazzo d'oro, umile, intelligente e quindi sono stato molto contento per lui in quel momento. Abbiati non c'entra niente si è guadagnato il posto da titolare sul campo".

Ha qualche rimpianto in carriera?

"Direi di no, nessun rimpianto, davvero".

Quanto sono stati importanti per lei e per il Milan due grandi personaggi come Berlusconi e Galliani?

"Non basterebbe un giorno intero per parlare di due leggende simili. Ho avuto la fortuna di conoscere due grandissime persone e mi porto dietro i loro insegnamenti sempre ben presenti nella mia mente Al di là del risultato erano sempre persone vicine a tutti i giocatori, un grande esempio per tutti, davvero".

Lei era in campo nel derby del 6-0, una grande serata per i colori rossoneri...

"Fa sempre piacere vincere in questo modo un derby perché quando scendi in campo cerchi di batterlo, di massacrarlo l'avversario, sempre sportivamente parlando. Il 6-0 è un risultato pesante per chi lo subisce e un po' ero dispiaciuto per i miei avversari, anche se fui felice nel vedere i tifosi rossoneri entusiasti per quello che eravamo stati capaci di fare".

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