Sempre più derby d'Italia Dalla solidità dell'Inter alla precarietà della Juve

Due partenze lanciate, ma diverse in tutto L'impronta di Conte c'è, Sarri cerca la sua

Sempre più derby d'Italia Dalla solidità dell'Inter alla precarietà della Juve

Le partenze lente sono un'altra cosa. Chiedere al Napoli che ha perso 2 partite su 5 e si trova già staccatissimo dal vertice. Di certo però la partenza della Juventus è stata tutt'altro che brillante, a dispetto dei 13 punti su 15 e del semplice -2 dall'Inter. Ha appena faticato a battere in rimonta 2 neopromosse (Verona e Brescia), cui ha concesso complessivamente una decina di chiare palle gol, ha patito a Firenze, s'è fatta rimontare a Madrid e se non ci fosse stato l'autogol di Koulibaly all'ultimo secondo, avrebbe 2 punti in meno e molte rogne in più.

L'effetto Conte a Milano è stato travolgente: 5 vittorie su 5 (come Mancini 4 anni fa) e come mai lo stesso Conte in carriera. Difesa pressoché impenetrabile: 1 gol al passivo in 5 partite, come nelle partenze di Mancini 2015 e di Spalletti 2017 (cambiano moduli e difensori, l'unica costante è l'affidabilissimo Handanovic, decisivo non solo contro la Lazio). Segna ancora poco (10 gol, ma i 4 al Lecce alzano la media), però lo fa tanto con centrocampisti e gregari (6 gol: Candreva, D'Ambrosio, 2 Sensi e Brozovic), da sempre caratteristica delle squadre di Conte.

Il 6 ottobre non deciderà nulla, ma dirà molto. Nel mezzo una sola partita, domani pomeriggio: Sampdoria e Spal ultime in classifica e avversarie rispettive delle prime 2, difficilmente modificheranno le gerarchie. Se l'Inter respingesse la Juventus nella sfida diretta, facendola scivolare a -5, davvero comincerebbe un campionato diverso.

Sarri sta provando a modificare la sua squadra. Lui la soluzione l'aveva pronta prima di arrivare: Ronaldo centravanti. Ronaldo ricevendolo sul suo yacht in Costa Azzurra, gli disse subito di no, ché il suo ruolo è un altro e che lui solo in quello vuole giocare. Sarri capì in fretta che non ce n'era. Perciò Ronaldo fa sì l'attaccante, ma come sempre parte da sinistra e va dove vuole. Quindi serve chi corra per lui. Allegri aveva rimediato con Matuidi guardaspalle più Mandzukic (sacrificando Dybala dopo i timidi tentativi iniziali), adesso Sarri ci prova col trequartista, che non utilizzava dai tempi di Empoli: là Saponara, qui Ramsey. Sperando che basti e soprattutto che duri, vista la cronica fragilità del gallese. Perché nel vasto organico bianconero, un altro vero 10 non c'è (non Dybala, forse Bernardeschi?). Gl'infortuni poi non aiutano Sarri: il ko di Chiellini ha costretto all'accelerazione su De Ligt, che francamente si supponeva più pronto. E poi Douglas Costa e De Sciglio e Danilo, tutti esterni e tutti bloccati, cui domani potrebbe aggiungersi anche l'assenza di Alex Sandro, ieri in Brasile per la morte improvvisa del padre.

Nemmeno l'Inter è perfetta e peraltro non ha lo storico della Juventus alle spalle.

Conte sa bene che contro la Lazio ha rischiato e sofferto troppo, così come sa che dovrà essere ancora più Conte, il giorno in cui le cose cominciassero ad avere un'altra piega. Però, nel frattempo guarda la classifica e anche lui aspetta il 6 ottobre.

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