Mandiamo a memoria questo duemila e venti. Mandiamo a memoria soprattutto questo mercoledì 11 di novembre, estate di San Martino, giornata mondiale dei single ma anche momento di grandissima commedia calcistica. C'era pure Rai 1, come per una puntata di Ballando, anzi Giocando con le stelle, opinionisti e analisti. L'Italia ha giocato un'amichevole storica contro l'Estonia. Storica non per l'avversario collocato al numero 109 dalla classifica Fifa, nemmeno per l'affluenza di pubblico, essendo lo stadio Franchi di Firenze chiuso per Covid19, non certamente per le sorprese di formazione con mezzi convocati in lockdown, ancora meno per il curriculum di Roberto Mancini, assente pure lui per il motivo serio di cui sopra ma operativo da remoto, un dad doppio, come padre e come didattica a distanza del suo vice.
C'era infatti e soprattutto Alberico Evani al debutto in panchina, un colpo di scena imprevisto e improbabile. Il massese Evani, dopo le scuole inferiori con le giovanili milaniste, vanta un passaporto di allenatore professionista non proprio promettente, con un solo timbro, quello del club San Marino calcio, un'avventura esauritasi a due giornate dalla fine con l'esonero e il posto lasciato a tale Enrico Mengo. Sono gli scherzi del football contemporaneo, dunque. Nell'almanacco risulterà Evani Alberico (con la C), nome da elfo, cittì azzurro, un francobollo prezioso per i collezionisti e gli statistici.
Si rovista nel cassetto per trovare un motivo, una curiosità, unico prurito di un mercoledì da pecore. In tempi di emergenza l'inno d'Italia ha riempito il vuoto dello stadio fiorentino in una serata sciocca, nel senso toscano, senza sale, partita inutile, come le finali per il terzo e quarto posto al mondiale, con il consueto alibi degli esperimenti, del lavoro di gruppo, del ritrovarsi, proprio adesso che ci è concesso di stare a tavola in quattro al massimo. Roba di questo tipo è già accaduta e in tempi leggendari, almeno stando all'allenatore, l'Italia di Sacchi Arrigo le buscò 2 a 1 dal Pontedera, meglio non dimenticare quando si fa docenza. Il calendario internazionale va onorato, la Fifa e l'Uefa vivono nei loro paradisi svizzeri e dunque i soldi dei diritti tivvù, pochi sporchi e subito, sono zucchero filato per chi gestisce il pallone e per la nostra federazione alle prese con un concorrente non previsto, le aziende sanitarie locali ormai presenti e decisive come il pool di mani pulite.
Scrivere dell'ora e mezzo di Italia-Estonia non è arduo ma è come acqua sulle piume dell'oca ma a conferma della stravaganza serale si segnala Bernardeschi in gol, un rigore inventato in favore degli azzurri trasformato dal ragazzo del Friburgo, Vincenzo Grifo, un altro
sacrosanto messo dentro da Orsolini ma soprattutto il fatto che Cristiano Ronaldo va in gol contro Andorra e affianca il colonnello Ferenc Puskas al quarto posto nella graduatori dei cannonieri mondiali con un totale di 746 reti.Continua.
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