Penultima giornata di fuoco nel campionato cadetto con Lecce e Brescia che cercano la promozione diretta, mentre per il Mantova è il giorno della vendetta, loccasione per rialzare la testa e rifilare la delusione più atroce a chi, quattro anni fa, impedì ai virgiliani di approdare in serie A. Quello che va in scena oggi alle 15 al vecchio stadio Martelli tra Mantova e Torino è il culmine di una rivalità che ha una data ben precisa: 11 giugno 2006. La madre di tutte le partite per due città che allora si giocavano la promozione nel calcio che conta; la finale dei playoff di B che tre giorni prima aveva visto i lombardi imporsi 4-2 nellandata. Ma nel ritorno, in una bollente domenica, si erse a protagonista larbitro Stefano Farina che, complice il Palazzo come attaccò duramente nel dopo partita il presidente mantovano Fabrizio Lori, punì la «provinciale» per favorire la «nobile decaduta». Terminò ai supplementari con un 3-1 che promosse i granata e tante, troppe (magari anche giuste) recriminazioni da parte dei biancorossi allora allenati da Di Carlo.
E oggi si ripete, non è più playoff perché le due squadre sono invischiate in situazioni diverse: i lombardi stanno disperatamente cercando di uscire dalle paludi della zona retrocessione, alla faccia di una situazione quasi fallimentare della società che da novembre non paga gli stipendi, con rottura tra Lori e i giocatori che hanno già chiesto la messa in mora del club. Da parte sua il Torino sta invece, altrettanto disperatamente, cercando di restare agganciato almeno alla zona playoff con il tecnico Colantuono ben consapevole di essere allultima spiaggia perché o si prende i tre punti a Mantova o rischia, conoscendo il presidente Urbano Cairo, di essere esonerato questa sera stessa anche se da giocare resta ancora un turno. In casa virgiliana, invece, visto che la vendetta è un piatto che va gustato freddo, niente di meglio che sgambettare i granata e rinviare a chissà quando i loro sogni di gloria. A gettare acqua sul fuoco ci pensa però Fabrizio Lori, lincendiario di allora, oggi diventato pompiere: «Con il Toro deve essere una festa e invito il presidente Cairo, col quale ho un ottimo rapporto, a venire allo stadio con me e guardare la partita insieme».
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