Serie A senza speranza con la legge di Pogba

Il francese esalta la superiorità bianconera Solo il suo addio riavvicinerebbe le altre big Ma doveva essere così anche con Tevez...

Serie A senza speranza con la legge di Pogba

Non si riesce a stabilire un ordine di priorità per fermare la Juventus, chiederle un attimo per poterle parlare. Per esempio sapere se ha intenzione di andare avanti così ancora per molto. Oppure se ha pensato anche al resto della serie A, la famigliola di anatroccoli che seguono inciampando uno nell'altro. Cosa potrebbe costringere la Juventus a fermarsi e dare udienza? È sempre troppo avanti.

Forse il nervo scoperto potrebbe essere la cessione di Paul Pogba, quello che ci vogliono almeno cento milioni, ha fatto sapere il suo procuratore Mino Raiola. Quello è furbo, sa che Paul è già a livelli di massima valutazione, il pericolo è questo, ed è reale. Neymar lo ha chiamato, non è un mistero che sia il suo club preferito, girava la voce che avesse chiesto quasi in ginocchio a Raiola di portarlo al Nou camp. Ma poi è uscita la versione edulcorata di amici e entourage del francese: «Ha l'incubo di finire al Paris Saint-Germain, a Parigi proprio non ci vuole andare, troppi amici, troppe cerimonie a cui gli chiederebbero di presentarsi, matrimoni, battesimi, per carità». Così come è indubbio che a Barcellona non si limiterebbe a vincere nel quartiere ma dominerebbe il mondo. In questo momento è l'unico al quale neppure la Juventus potrebbe rinunciare, quando decide che sia arrivato il momento di giocare è finita. Si racconta di Valentino Mazzola che a un certo punto batteva le mani per richiamare i suoi e allora il Grande Torino diventava un rullo. Paul non fa neppure questo, prende la palla e comincia. Sabato sera si è avuta la netta sensazione che avesse deciso di vincere da quel momento. Ha preso un palo, ha messo dentro il 2-1. Mancava mezz'ora alla fine, ha iniziato a farsi vedere, portarla su, dribblare un po' di gente, prima camminava, sembrava quasi facesse fatica a mettere un piede dopo l'altro. Fuori Higuain è l'unico della nostra serie A che fa squadra da solo. Anche se ripete che la differenza la fa con tutti gli altri assieme, quando tutti difendono e tutti attaccano. L' ostacolo più imbarazzante da superare è che la serie A sta prendendo coscienza del fatto che anche se dovesse partire Paul Pogba, probabilmente il problema non sarebbe risolto, la Juventus continuerebbe a vincere.

Nessuno immaginava che via Tevez, un ragazzino senza esperienza internazionale potesse sostituirlo, anzi superarlo. Invece Paulo Dybala l'ha fatto, adesso è fuori per problemi da sovraccarico, è il 42esimo infortunio muscolare della stagione per la Juventus, forse qui c'è qualcosa, un nervo scoperto, insomma c'è materia, la concorrenza se vuole uscire dalla buca, da qualcosa deve cominciare. Dybala in tutta la sua giovanissima e quindi brevissima carriera si era fermato una sola volta quando giocava nel Palermo, un problema muscolare che lo ha tenuto fermo tre giorni, dal 12 al 15 di gennaio, neppure una giornata di campionato persa, mentre ora si contano tre settimane.

Napoli, Roma, Inter, Fiorentina e Milan sembrano rassegnate, eppure qualcosa devono fare se vogliono porre fine a questo comando. Non possono solo sperare che Pogba finisca al Barcellona o che gli infortuni bianconeri facciano punti in classifica e diventino il loro miglior alleato.

Non hanno uno stadio di proprietà, si fanno regolarmente precedere dagli scout bianconeri nella scelta dei giovani e hanno strategie ondivaghe, con cinque punti dopo sei giornate avrebbero cambiato la panchina. La Juventus ha iniziato a giocare sotto Natale, più di così non poteva concedere.

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