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La settimana da dio di Leclerc Vola sul mar Rosso di Monza

Il francese fa il bis dopo Spa: è il nono pilota a vincere prima e seconda gara di fila. Che regalo per i 90 anni della Ferrari

La settimana da dio di Leclerc Vola sul mar Rosso di Monza

Monza Una settimana da Dio. Charles Leclerc trasforma in realtà un vecchio film di Hollywood. Non è uno che lascia, è uno che raddoppia. Solo otto piloti prima di lui erano riusciti a vincere la prima e la seconda gara della sua carriera una dopo l'altra. Charles chiedeva da giorni quella statistica. Da quando aveva visto il mare rosso di Piazza del Duomo si era messo in testa di risalire subito sul gradino più alto del podio. In una settimana ha vinto due delle gare più iconiche della Formula 1 e le ha vinte con la Ferrari che sta festeggiando i 90 anni della Scuderia. Se non si sente Dio è soltanto perché è un ragazzo che sa camminare con i piedi per terra e già si sta informando se c'è qualcuno che ha ottenuto di fila le prime tre vittorie della sua vita... Solo Hakkinen e Damon Hill.

Monza aspettava un giorno così dal 2010 quando lassù a farsi i selfie dal podio più bello e scenografico del Mondiale c'era Fernando Alonso. E l'attesa ha reso la festa ancora più grande. Il mar Rosso sotto il podio riempie tutto il rettilineo, il cuore gigante è un'onda travolgente di affetto e di passione. Charles che a Spa non aveva stappato lo champagne per rispetto del suo amico Tonio, qui non si trattiene. Lo beve e lo spruzza sul popolo della Ferrari che lo ha già eletto come unico idolo, come chiave per aprire quella porta richiusasi alle spalle di Raikkonen nel 2007, anno dell'ultimo titolo mondiale.

La vittoria di Charles non è stata per nulla banale anche se a Monza negli ultimi 20 anni, 15 volte ha vinto chi è scattato in pole. Prima quella pole andava difesa e Charles lo ha fatto con eleganza e una partenza perfetta. Poi bisognava fare i conti con quella muta di segugi affamati all'inseguimento della volpe. Le Mercedes non l'hanno mollato. Prima Hamilton e poi Bottas gli hanno occupato gli specchietti. Il distacco massimo non è mai andato oltre 15 Provate voi a stare in testa 53 girati con gli avversari che dietro di te si davano il cambio per essere più aggressivi. Charles lo ha fatto con concentrazione, saggezza e un po' di cattiveria, arrivando addirittura a prendersi un'ammonizione dai commissari (bandiera bianco/nera: alla prossima che fai sei fuori).

Ha sbagliato una volta, andando lungo alla prima variante, ma è tornato in pista davanti. Hamilton poi perderà molto più tempo di lui in un ultimo dispertato tentativo di attacco. Dall'Austria il metro di giudizio è cambiato. Charles lo ha capito quando Verstappen lo ha passato con tanto di ruotata. Da allora non apre più nessuna porta. Anzi se può la chiude in faccia a chi ci prova. Ha l'istinto del fuoriclasse, non solo del grande campione. La cattiveria con cui in gara respinge Hamilton e Bottas è la stessa con cui sabato ha approfittato della situazione lasciando nei guai il suo compagno Vettel. Tanto che Binotto via radio gli ha detto: «sei perdonato»...

Hamilton fino a che ha potuto e ci ha creduto gli stava a 05 e quando viaggi a quelle velocità è come essere incollati uno all'altro. Charles Leclerc l'altro giorno aveva spiegato che lui la pressione non la sente, anzi la trasforma in carica positiva. Ne ha data un'altra dimostrazione pratica. La Mercedes ha tentato pure di variare le strategie dei due piloti, ritardando molto il cambio di Bottas, ma non c'è stato nulla da fare. Il ragazzino non ha mollato, sfruttando ogni mezzo, anche un paio di sorpassi magistrali nel punto giusto. Eppure questa volta era rimasto solo, non c'era Vettel a difenderlo come in Belgio. Al sesto giro si era girato da solo all'Ascari, prendendosi pure 10 di penalità per esser rientrato pericolosamente in pista rischiando il big crash con Stroll. Ad un certo punto la classifica recitava: Leclerc primo, Vettel ultimo. Il gran premio d'Italia ha confermato quello che avevamo intuito: in Ferrari le gerarchie si sono ornai ribaltate. Non lo ammetteranno. Ma è così.

È cominciata l'era del predestinato.

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