"Si rifiuta di giocare con la maglia arcobaleno". Scoppia la bufera su Gueye

In occasione della giornata di lotta alle discriminazioni di genere, il senegalese non è sceso in campo contro il Montpellier per non indossare la maglia con i colori arcobaleno

"Si rifiuta di giocare con la maglia arcobaleno". Scoppia la bufera su Gueye

Continua a far discutere il caso di Idrissa Gana Gueye: finito al centro di una polemica nazionale, con l'accusa di omofobia. Il centrocampista del Paris Saint-Germain ha rifiutato di giocare sabato a Montpellier pur di non portare la maglia con i colori dell'arcobaleno, in occasione della giornata di lotta alle discriminazioni di genere.

Il caso

Sabato scorso Gueye era stato inizialmente inserito tra i convocati di Pochettino, salvo poi rimanere fuori dal gruppo. Non era infortunato, ma ha chiesto di restare fuori squadra per "ragioni personali", ha detto il tecnico argentino. "Motivi religiosi", ha aggiunto un anonimo, membro dello staff parlando con la Afp.

Il 32enne non ha voluto giocare per non essere costretto a indossare la maglia con il numero nei colori dell'arcobaleno, simbolo dei diritti Lgbt, che tutte le squadre francesi hanno esibito nella giornata mondiale contro l'omofobia. Dal 2019 la Lega francese invita le squadre e i giocatori a partecipare alle iniziative sotto lo slogan "Omo o etero, portiamo tutti la stessa maglia". Già l'anno scorso il calciatore africano aveva evitato di giocare contro il Reims nella giornata contro l'omofobia per non mettere la maglia con i colori Lgbt, evocando una gastroenterite.

Stavolta non ha inventato scuse e ha lasciato capire che il rifiuto era dovuto a convinzioni religiose.Come noto Gueye è musulmano come il 95% dei suoi connazionali e il Corano proibisce l'omosessualità. Lo stesso divieto è vissuto in modo diverso da ogni fedele ma in Senegal e in generale in Africa l'omosessualità è condannata con vigore anche dallo Stato. In Senegal ad esempio si rischiano cinque anni di carcere.

Le reazioni

La questione ha scatenato enormi polemiche. Molti tifosi parigini hanno stigmatizzato il comportamento del calciatore, ma anche alcune cariche dello stato hanno chiesto di valutare la situazione attentamente. La ministra francese dello Sport, Roxana Maracineanu, ha giudicato"deplorevole" il mancato gesto di solidarietà di Gueye, e il consiglio nazionale dell'etica della Federazione ha scritto al giocatore intimandogli di "chiarire la sua situazione" e "dichiarare che le supposizioni sono infondate oppure chiedere scusa". In campo è scesa anche Valerie Pecresse, presidente della regione parigina, reclamando una sanzione.

Il giocatore per adesso tace ma parlano per lui i suoi sostenitori in Senegal. Il presidente della Repubblica, Macky Sall, è intervenuto con un tweet: "Sono a fianco di Idrissa Gana Gueye. Le sue convinzioni religiose devono essere rispettate". E il presidente della federazione senegalese, Augustin Senghor, ha detto di considerarlo un eroe africano:"È restato fedele ai suoi valori, ai suoi principi e alla sua fede, insomma a ciò che fa la "senegalità" e l'africanità di tutto un continente". A sua difesa si è schierato anche Kalidou Koulibaly che, in una storia su Instagram, ha scritto: "Le tue scelte devono essere rispettate e non interpretate! Sii forte, fratello".

Nessuna dichiarazione della la proprietà del Psg, che ha partecipato all'iniziativa contro l'omofobia nel calcio nonostante l'omosessualità in Qatar sia punita con sette anni

di carcere. Il comitato organizzatore dei prossimi mondiali ha già chiesto ai tifosi stranieri di "rispettare le diverse culture", anche se le bandiere arcobaleno dovrebbero essere ammesse negli stadi.

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