Una Signora distratta avanti con il tridente ma quanta sofferenza contro l'Atalanta

A segno Dybala, Mandzukic e Pjanic. La squadra di Gasperini non molla mai

Una Signora distratta avanti con il tridente ma quanta sofferenza contro l'Atalanta

Torino Senza l'HD, la Juventus ha dato spettacolo per metà partita e conquistato l'accesso ai quarti di finale di Coppa Italia, dove aspetta la vincente dell'odierno Milan-Torino. Atalanta battuta 3-2, ma fuori con (tanto) onore. Dovendo inginocchiarsi di fronte alle genialate di Dybala e Mandzukic: un gol e un assist a testa, tanto per gradire, quando pareva che la pratica potesse chiudersi in una dozzina di minuti a cavallo della mezzora del primo tempo. Con altrettante perle, mica con golletti venuti per caso. Al punto che pure Higuain in panchina non aveva potuto fare altri che stropicciarsi gli occhi, rapito dalla bellezza delle giocate dei suoi compagni di reparto.

Il primo, dopo che già Mandzukic aveva colpito un palo praticamente di pancia, finirà poi dritto nelle reti più belle della competizione: cross di Asamoah dalla sinistra, assist di testa del croato e missile di Dybala dal limite dell'area imprendibile. Per la Joya, secondo gol di fila dopo il rientro dall'infortunio, il primo su azione e il sesto stagionale: uno di quei gol che faranno drizzare ancor più le antenne al Real Madrid, sempre più intenzionato a corteggiare il numero 21 bianconero come testimoniano le voci in arrivo dalla Spagna che vorrebbero i galacticos pronti a sborsare 105 milioni per assicurarsene i servigi. E se la Juve continua a professarsi serena e ormai in dirittura d'arrivo per il prolungamento e adeguamento (fino a 7 milioni di euro) del contratto al giugno 2021, si può comunque star certi che la telenovela regalerà altre puntate.

Anche perché poi Dybala (che aveva pure reclamato un rigore, per un fallo di Toloi apparso evidente) aveva continuato a pennellare calcio, sgusciando via appena possibile: con intuizioni degne di un fuoriclasse, tipo quella capace di spedire in rete Mandzukic ricambiando il favore ricevuto poco prima. Sei gol stagionali per entrambi e qualificazione che sembrava in ghiaccio, in tema con la serata dello Stadium.

Il prosieguo della serata sarebbe a quel punto potuto diventare una mezza passerella: in realtà i bergamaschi (senza Gomez, in panchina, ma per il resto con in campo con quasi tutti i migliori) riuscivano ancora a creare svariati grattacapi alla Juve trovando anche il gol dell'ex con Konko, dopo che la Juve aveva sfiorato il 3-0 con Rincon e accolto con soddisfazione il ritorno di Pjaca (al posto di Dybala): i patemi bianconeri parevano finire tre minuti dopo con un rigore di Pjanic (fallo di D'Alessandro, netto), ma la realtà diceva altro. E proponeva il primo gol del giovanissimo Latte Lath (classe 1999), buono per terrorizzare lo Stadium che accoglieva anche con qualche mugugno l'ingresso di Bonucci al posto di Pjanic. Petagna avrebbe anche potuto trovare l'incredibile 3-3, ma Neto non si faceva sorprendere e la Juve staccava il biglietto per i quarti.

Non senza patire più del necessario, come davvero non era pronosticabile dopo la prima metà gara.

Quando i campioni d'Italia erano parsi di un'altra dimensione, spinti da Dybala e Mandzukic: staccata però la spina un po' come accaduto a Doha, in Supercoppa la Signora ha poi mostrato il peggio di sé. Soffrendo fino all'ultimo.

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