L'anno quasi perfetto della Signora. Quasi perché il finale ha sbavato il trucco e rischia di macchiare il vestito per il resto della stagione. Il 2016 è firmato Juventus con quelle quaranta vittorie in cinquantuno esibizioni, ma la supercoppa italiana persa ai rigori a Doha contro il Milan ha rovinato Natale e cenone di Capodanno ai bianconeri. Lo sfogo di Massimiliano Allegri non è casuale, il fastidio della società non è manifestato ma si percepisce. Il rischio è che l'allenatore bianconero faccia la fine dell'anno in cui perse lo scudetto con il Milan beffato dalla prima Juventus di Antonio Conte. Allora fatale fu la rocambolesca eliminazione in Champions con l'Arsenal, quella del famigerato litigio negli spogliatoi con Zlatan Ibrahimovic. Adesso rischia di trasformarsi in un caso lo sfogo di Allegri durante la premiazione nel deserto.
Milan, ma anche l'Inter. Sono le milanesi il vero incubo nell'anno solare dei campioni d'Italia. Perché delle sette sconfitte subite (supplementari e rigori compresi) quattro sono arrivate con l'intercessione della Madonnina: il tre a zero lo scorso marzo degli allora manciniani in Coppa Italia (recuperato solo ai rigori), i due ko a San Siro in campionato di questa stagione. In più ci si deve aggiungere l'uno a uno e il ko dal dischetto contro i baby di Montella che ha impedito di alzare il terzo trofeo dell'anno. Le milanesi hanno spaccato in due l'anno della Signora. Le squadre di Milano hanno segnato l'inizio e la fine del 2016 bianconero: i nerazzurri hanno firmato il primo ko in assoluto, i rossoneri l'ultima delusione.
Sono una rarità le partite da cancellare. Dal finale di Monaco di Baviera che ha vanificato a un minuto dalla fine l'impresa di eliminare il Bayern negli ottavi di Champions all'incredibile sberla col Genoa a dicembre. In questi 365 giorni, anche le follie centenarie, la cessione di Pogba e l'acquisto di Higuain. Ma anche l'addio a Morata recomprato dal Real Madrid. Pjanic, Dani Alves e Benatia finora non hanno fatto fare il salto di qualità definitivo. Non è un caso che per gennaio siano attesi un paio di rinforzi a centrocampo (Rincon il primo).
Perché qualche ombra resta anche se la Juve è prima in classifica con quattro punti di vantaggio sulla Roma e una partita in meno. Non solo, in Europa ha passato il turno da prima del girone, pescato il Porto per gli ottavi e può ancora sognare la Champions. Che poi è il vero obiettivo della stagione insieme al sesto scudetto da leggenda. E c'è un precedente: nel dicembre 2014 la Juve perse la supercoppa sempre a Doha (contro il Napoli) e poi arrivò in finale di Coppa Campioni. Tutto da vivere quindi il 2017 con un Higuain che sta mantenendo le promesse, sempre più uomo dei gol pesanti, ma adesso serve anche il vero Dybala. Quello che chiude l'anno solare da bomber bianconero con 17 reti, ma che nella seconda parte è mancato con appena quattro centri realizzati. E la Joya ha fallito a Doha: entrato nella ripresa, si è mangiato il ko nei supplementari e poi ha sbagliato il rigore decisivo. Probabilmente era lui uno dei destinatari dello sfogo di Allegri.
Dovrà voltare pagina con l'anno nuovo. Insieme a lui tutta la Juventus che pur dominando è spesso stata criticata per il brutto gioco. Nonostante i cento punti in 38 partite di campionato nel 2016 per una squadra che non conosce il pareggio, appena uno, e da centoquattro gol fatti in 51 gare e appena 32 subiti. La difesa resta il punto di forza nell'anno del record d'imbattibilità in serie A di Gigi Buffon: 974 minuti.
Numeri che non ammettono repliche se non fossero realizzati dalla Signora, una squadra dove una sconfitta è sempre un fallimento. Perché per dirla con le parole del presidente Andrea Agnelli «la Juve esiste per vincere».
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