Milano - Un anno dopo la storia è capovolta. La Juve la fa da padrone, il Milan deve inseguire. Non perché stavolta vince la Signora il «Berlusconi», ma perché ha lo scudetto cucito sul petto che le dà consapevolezza, il mercato ha mutato le gerarchie e l'entusiasmo è tutto del popolo bianconero. Dice questo il Trofeo Berlusconi che da classico antipasto del campionato si trasforma in una cassa di risonanza del calciomercato. Perché nel Milan Cassano viene escluso dai convocati. La trattativa choc con l'Inter per uno scambio con Pazzini c'è. «Qualcosa bolle in pentola» conferma Galliani. Comunque vada il fantasista lascerà i rossoneri. «Antonio ha chiesto di essere ceduto», ha spiegato l'ad del Milan. Anche sul fronte Juve Matri, Quagliarella e Lichsteiner stanno a guardare per un tempo. Un caso, ma sono i tre su cui si concentrano i rumors in uscita da Vinovo. Se si aggiungono le assenze pesanti (Ambrosini, Mexes, Buffon, Pirlo, Chiellini) l'attendibilità del test può essere fuorviante.
Pato ha bisogno di giocare, sostiene Allegri che però lo tiene in panchina per 45'. Il brasilano entra dopo l'intervallo senza lasciare traccia. Quello che invece riesce a Matri: tra i papabili per l'attacco rossonero, appunto, si prende la scena in una partita sauna per colpa di Minosse. Roba da rivolgersi a Msc Crociere, che sponsorizza la serata, per una vacanza. Una notte in cui desta curiosità la coppia centrale di marca colombiana Yepes-Zapata. Se si pensa che fino a maggio lì governavano Nesta e Thiago Silva non lasciarsi andare allo sconforto per i tifosi rossoneri è un'impresa. E la curva, non certo quella delle grandi occasioni, rivolge al presidente un coro eloquente: «Portaci un campione».
Il Milan vive di fiammate e sulla prima di Flamini passa in vantaggio complice l'indecisione di Storari che regala il più facile dei tap-in a Robinho, il più in palla e autore anche del rigore del definitivo 3-2. La Juve in tre minuti pareggia: galoppata di De Ceglie e gol di Marchisio. Talenti fatti in casa della Signora che poi è anche la nuova via indicata da Berlusconi. In tribuna al fianco della figlia Barbara e di Galliani non avrà mancato di sottolineare visto che si può fare.
Il Milan ci mette voglia e manda un messaggio a tutti quelli che stanno un gradino sotto, per dirla con le parole di Allegri: se si aggredisce, si può far male alla Juventus. Un po' l'aveva già detto anche il Napoli nella supercoppa cinese. Perché Conte dalla tribuna e Carrera dalla panchina ordinano sempre e comunque di manovrare. A costo di correre anche qualche rischio. Non far ragionare la signora è la prima prima mossa per ridurre il gap. L'altra di Allegri è piazzare Montolivo davanti alla difesa. Assomiglia un po' a una retromarcia dopo aver rinunciato un anno fa a Pirlo. Dall'altra parte appunto non c'è il regista della nazionale, ma il centrocampo bianconero resta l'anima della squadra: i gol della rimonta li firmano guarda caso Marchisio e Vidal. Piace la manovra bianconera grazie anche a un ispiratissimo Vucinic, che scheggia anche la traversa. Al contrario Giovinco è evanescente ed egoista: Conte si aspetta molto di più. Quello che non fa l'erede di Del Piero, Matri lo fa in venti minuti: due occasioni e un gol. È il sogno di Allegri che: «La Juve non lo cederà perché è decisivo». Sicuramente l'attaccante non ha perso l'occasione per convincere Conte che poi un top player non è così indispensabile e magari anche Galliani a fare un estremo tentativo per riportarlo a casa.
Per il resto la ripresa è a ritmo d'allenamento, ma serve a ribadire che in un anno il ribaltone sulla Milano-Torino è completato, vedere i cambi. Da qui al 31 agosto il Milan può correre ai ripari altrimenti il rischio è che il gradino di Allegri si trasformi in un gradone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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