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"Sinner per come gioca non sembra italiano... A Parigi l'ora dei giovani"

L'ex numero uno Mats Wilander: "Il favorito resta Djokovic ma il clima freddo può regalare sorprese"

"Sinner per come gioca non sembra italiano... A Parigi l'ora dei giovani"

«Il favorito di Parigi? Novak Djokovic». Firmato Mats Wilander, l'ex numero uno del mondo nonché sette volte campione slam (tre di questi proprio in terra francese). Il 56enne svedese, diventato col tempo uno dei più apprezzati commentatori televisivi del tennis, ha messo il serbo, reduce dal trionfo agli Internazionali d'Italia, in cima alla lista dei candidati al successo nel Roland Garros 2020. Persino davanti a quel satanasso di Nadal, che in Francia si è imposto 12 volte.

Wilander, perché ritiene Nole il favorito?

«Perché le condizioni climatiche saranno diverse da quelle che di solito si trovano a Parigi a maggio e giugno. Stavolta il clima sarà più umido e l'aria fredda farà una grossa differenza. E poi Nadal in generale ha bisogno di giocare più tornei possibili sul rosso per acquisire fiducia, cosa che quest'anno non è accaduto. Tutto questo favorisce Novak».

Se Rafa vincesse raggiungerebbe Federer a quota 20 titoli, Nole invece con un successo andrebbe a -1 dallo spagnolo.

«A Rafa non interessa essere il migliore di sempre nei libri di storia, lui gioca per essere il migliore di tutti adesso. Come per Novak l'obiettivo era vincere Roma e ora il prossimo obiettivo è prepararsi per non perdere neanche un match a Parigi. Bisogna guardare una partita alla volta, un obiettivo alla volta. Niente di più».

Chi sarà la sorpresa?

«I giovani possono sorprendere ancora, proprio perché il gioco sarà più lento e il clima più freddo. Gente come Matteo Berrettini, che sa colpire la palla molto forte e Denis Shapovalov saranno tra quelli più a proprio agio in queste condizioni. Se possono vincere il torneo? Non ne sono sicuro, però sono più pericolosi ora rispetto ad un Roland Garros a maggio».

A proposito di giovani, cosa pensa di Sinner?

«Jannik mi piace molto. Penso che abbia un buon gioco, un bel dritto e un bel rovescio, un buon servizio, si muove molto bene. Ma la cosa che più mi ha colpito è l'attitudine: a vederlo giocare non sembra neanche di assistere a un match di un italiano. Lui è calmo e sembra uno scandinavo. In uno sport individuale come il tennis, tutto ciò è molto importante perché la testa fa la differenza».

Due anni fa un italiano, Cecchinato, arrivò in semifinale.

«E dopo quella semifinale le pressioni sono aumentate ma il suo rendimento è calato. Penso che il problema di Marco sia che abbia uno stile un po' vecchio, mentre il gioco sta andando in un'altra direzione. Deve essere più consistente nelle altre superfici, non solo sulla terra rossa. Dovrebbe lavorare di più sul suo gioco offensivo».

Sarà, infine, la volta buona per Serena Williams per vincere il 24° Slam?

«Per lei queste condizioni climatiche potrebbero essere ideali, visto che lei colpisce forte sia di dritto che di rovescio. Al tempo stesso, però, la terra sarà più lenta e quindi dovrà anche muoversi tanto. Non sarà facile. Forse per Serena la pressione è diventata insostenibile e, inoltre, le giovani tenniste sono molto meglio oggi di cinque anni fa.

Questo è il grande problema per lei».

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