Sinner Machine

A Wimbledon Jannik si sbarazza di Vukic e risponde ad Alcaraz e Djokovic. Lezione della Cocciaretto al "depresso" Zverev

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A Wimbledon almeno gli italiani sono tutt'altro che depressi, mentre continuano a cadere le teste di serie. Il secondo turno vede infatti uscire Tommy Paul ma soprattutto Scott Draper, il numero 4 del ranking sul quale gli inglesi puntavano forte, e potete capire la disperazione. A questo si aggiunge poi il fatto che per colpa nostra i britannici hanno perso in tre set anche Fury (battuto da Darderi) e Pinnington Jones (per mano di un super Cobolli), e l'umore a Londra diventa pessimo. Insomma, il futuro sembra azzurro, pure per la vittoria di Sonego contro Basilashvili. E soprattutto anche Sinner fa sul serio, per rispondere sul Centrale a un Djokovic per ora formato Slam. Jannik passeggia sul contro Vukic (6-1, 6-1, 6-3) e per ora fa più notizia fuori dal campo che dentro, per esempio quando parlando di Alcaraz rivela: "A Carlos avevo detto che sarebbe diventato un numero uno, di me non ero altrettanto sicuro". E non è modestia, anche se il match di ieri dimostra che è in grande forma: "Ho fatto un po' fatica a chiudere, le partite possono cambiare improvvisamente. Sono stato fortunato anche sul colpo che ha salvato il break point: è stata la mia racchetta...". Ora ci sarà lo spagnolo Martinez, "ed il mio team è già al lavoro... ci sono state tante sorprese fin qui, meglio stare attenti".

Intanto continua l'onda lunga delle parole di Zverev, con Aryna Sabalenka che lo invita a parlare di più dei suoi problemi ("se tieni tutto dentro, la situazione rischia di ucciderti"), mentre il fratello Misha invece non sembra solidale: "Sasha sta male? I bimbi in Africa stanno peggio". Anche Lucia Bronzetti, ko con onore con l'Andreeva, rivela che qualche mese fa aveva pensato di smettere ("Non riuscivo più a divertirmi facendo la cosa che amo") e a questo punto il circuito intero dovrebbe farsi una domanda: meglio guadagnare sempre più soldi o essere meno ricchi (e meno impegnati) ma più felici?

La risposta migliore arriva da Elisabetta Cocciaretto, altro sorriso italiano del giorno e non solo per metafora. Dopo aver sconfitto 6-0, 6-4 l'americana Volynets, si presenta alla stampa come sempre solare: "L'altro giorno, quando ho battuto la Pegula, mio papà mi ha mandato solo l'emoji di un pollice, mentre quando ho preso un 30 e lode ha fatto festa: m'ha fatto morire dal ridere".

Lei è così, 16 esami già fatti a Giurisprudenza ("in realtà e mezzo perché di diritto penale mi manca la parte speciale"), ma soprattutto una testa che può affrontare con saggezza il tema del momento: "Io penso spesso alla mia famiglia: mio nonno ha costruito una fabbrica dal nulla, mia nonna ha lavorato in quella fabbrica fino a 80 anni e fino a due giorni prima di morire; mia madre lavora dalla mattina alla sera, mio padre fa lo stesso mestiere da una vita, così come mia zia che va nello stesso ufficio tutti i giorni e poi si occupa di mio nonno. Noi tennisti possiamo essere stressati, ma la vita è dura per tutti: bisogna solo fermarsi ad apprezzare quello che si ha, personalmente posso solo dirmi fortunata". Diciamolo: una fuoriclasse.

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