Sinner, sogno già finito. Ma nelle finali azzoppate domina un ultratrentenne

Zverev batte Hurkacz, l'azzurro eliminato. Tra i tanti ko, Djokovic di un altro pianeta

Sinner, sogno già finito. Ma nelle finali azzoppate domina un ultratrentenne

Un sogno sfumato. Jannik Sinner non ha centrato l'accesso alle semifinali delle ATP Finals di Torino. L'esito del match tra il tedesco Alexander Zverev e il polacco Hubert Hurkacz ha condannato l'altoatesino e sarà quindi Sascha ad affrontare il serbo Novak Djokovic. Un esito atteso sia per il differente livello tecnico tra i due tennisti che per un Hurkacz lontano dalla miglior condizione. Negli scambi era evidente, infatti, che qualcosa non tornasse nel tennis del polacco e probabilmente una caviglia dolente è stata la causa di una prestazione lontana dal 100%. Un aspetto quest'ultimo che sta caratterizzando un'edizione del Master all'insegna degli infortuni. Eppure in serata Jannik se l'è giocata eccome con Medvedev, costringendo i numero 2 del mondo al terzo set dopo una splendida battaglia. 6-0 per il russo il primo, poi 7-6 Sinner che si è arreso al tie break del terzo dopo uno show di altissimo livello. Peccato, ma l'imprinting del campione c'è tutto.


In un torneo condizionato dagli infortuni. Ha dato il via alla serie negativa, purtroppo, Matteo Berrettini. Il romano, nel suo primo match del Gruppo Rosso contro Zverev, è stato costretto ad alzare bandiera bianca dopo un ottimo primo set (perso al tie-break). Il risentimento muscolare all'altezza degli addominali non ha dato modo all'azzurro di recuperare e si è assistito a una sorta di staffetta Mazzola-Rivera con Sinner. A dare un contributo in questo lazzaretto anche il greco Stefanos Tsitsipas. L'ellenico, finalista al Roland Garros, si era già presentato non al meglio della condizione per via di un problema al gomito. La brutta prestazione contro il russo Andrey Rublev era stato un indizio e lo stop in allenamento nelle ore successive la conferma. Finals finite per Stefanos e Cameron Norrie si è potuto concedere il match contro il norvegese Casper Ruud, uscito però vittorioso alla distanza. Ci si interroga su questa competizione a eliminazione forzata e sul fatto che in questo tennis si giochi un po' troppo, considerando che le chance per conquistare la qualificazione al torneo siano molto a ridosso del via. Giusto spingere la macchina a velocità sostenute se poi nel momento più importante lo spettacolo ne risulta influenzato e lo spettatore non così soddisfatto?


Di Riflessioni ne andrebbero fatte, al pari della constatazione che tra i Marcantoni della Next Gen il più in forma di tutti sia un classe '87. Djokovic, nº1 del mondo, ha impressionato per la forma esibita e i recuperi contro Rublev sono stati degni di Mister Fantastic dei Fantastici 4. Per Nole il pass per le semifinali è già cosa fatta e si parla di decima qualificazione in carriera al penultimo atto del Master, pareggiando quanto fatto da un certo Pete Sampras.

Scelte di programmazione oculate e una cura del proprio corpo maniacale i suoi segreti, abbinati ovviamente a una qualità tennistica fuori dal comune. Ecco che colui che vuol eguagliare Roger Federer nei suoi 6 trionfi alle Finals appare di un'altra categoria. La speranza è che dalle semifinali dritto e rovescio facciano la differenza piuttosto che gli abbandoni.

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