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Spagna ancora amara. L'Italia è Immobile fino alla beffa finale

Sempre Rodri: dopo il gol Champions all'Inter da un suo tiro nasce il 2-1 all'88'. Nations stregata

Spagna ancora amara. L'Italia è Immobile fino alla beffa finale

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Anche stavolta l'Italia non giocherà la finale di Nations League. Ed è ancora la Spagna a beffarci a un passo dall'atto conclusivo come accaduto nell'ottobre 2021, per altro con lo stesso risultato che fermò la splendida serie di 37 gare senza sconfitte. Il gol che ci confina alla partita di consolazione è di Joselu, il nome nuovo tirato fuori dal ct De La Fuente nelle sue prime convocazioni a marzo. Il 33enne attaccante dello Stoccarda, nel sue debutto contro la Norvegia, entrò in campo e siglò una doppietta tra il 36' e il 41' del secondo tempo. Ieri ha impiegato poco più di 200 secondi per regalare la finale alla Spagna.

La sconfitta brucia molto anche se Mancini ammetterà alla fine che gli spagnoli «hanno meritato di vincere perché hanno giocato meglio». Gli azzurri stupiscono per un tempo con un modo di giocare che non è nelle nostre corde: il 3-5-2, modulo che il ct sta iniziando a sperimentare spesso, convince per 45 minuti per l'aggressività, gli inserimenti dei nostri esterni e le verticalizzazioni che mettono in difficoltà i compassati difensori avversari. Poi nella ripresa gli azzurri calano nell'intensità, gli spagnoli appaiono più freschi e tengono palla in maniera continua. Insomma, ci si aspettava qualcosa di meglio dal punto di vista tecnico.

Salutiamo con favore il ritorno al gol in azzurro di Immobile (non segnava da due anni esatti, ovvero da quel gol nella seconda tappa contro la Svizzera della nostra cavalcata vincente agli Europei, anche se non giocava in Nazionale da 15 mesi) e la prestazione positiva di Frattesi, preferito a Verratti reduce da una stagione no al Psg e ormai titolare quasi fisso in Nations dopo le gare con Germania e Inghilterra nel girone. Al centrocampista del Sassuolo viene anche annullato un gol dal Var per una posizione di fuorigioco. Zaniolo si procura il rigore ed è l'unico merito della sua partita generosa. Donnarumma evita di farci capitolare prima con due interventi super che celebrano le 19 presenze nella competizione (nessuno come lui). Per il resto più ombre che luci: Jorginho per un tempo torna quello del passato e sale in cattedra per ogni costruzione azzurra, Bonucci tradisce dopo soli tre minuti con un pasticcio da giocatore dilettante e non da uno che vanta 121 gettoni con l'Italia, regalando il gol a Yeremy. La scelta di Chiesa («doveva darci profondità e non fornire punti di riferimento alla Spagna», così Mancini) non si rivela felice nel momento in cui gli azzurri rinunciano a un nove di ruolo.

Domenica la finalina con l'Olanda con possibilità di qualche rotazione per il futuro e per le qualificazioni europee che riprenderanno a settembre con più dubbi che certezze. «I ragazzi hanno fatto quello che potevano», dirà il ct sconsolato.

La strada appare sempre più in salita.

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