«Il calcio si prende troppo sul serio». E se a dirlo è il capo dello sport non è male. L'occasione l'ha offerta Stefano Colantuono che seccatissimo per lo 0-3 di coppa Italia contro la Roma, di meglio non ha trovato che ricordare come Guglielmo Stendardo, laureato in giurisprudenza, fosse fuggito da Bergamo per andare tre giorni a Salerno per sostenere l'esame di accesso alla professione di avvocato. Stendardo aveva avvisato Colantuono giovedì, ma la società non gli ha concesso il permesso, lo aveva convocato per la gara dell'Olimpico, adesso intende multarlo, gli ha imposto il silenzio, e si profila la sua esclusione dalla prossima contro la Juventus: «Uno che non si allena per tre giorni...». Colantuono ha ricordato la presenza di un regolamento interno da rispettare. Visto così per il difensore napoletano non c'è molto margine di manovra e Colantuono l'ha messa sul piano tecnico e umano: «Mi dispiace perché è un giocatore importante e all'Atalanta l'ho voluto io». La società fa quadrato anche se il dg Pierpaolo Marino ne era al corrente da un mese.
Adesso Giovanni Petrucci chiede al presidente Percassi di mettere nello spogliatoio anche il buon senso oltre al regolamento: «Via, siamo seri. Si può punire un ragazzo perché ha esercitato un suo diritto? Ben ha fatto Stendardo a fare quel che ha fatto». Per Stendardo c'è subito una buona causa su cui far pratica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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