Strama sveglia l'Inter «Vincere non basta Io credo in Cassano»

nostro inviato ad Appiano Gentile

Sarà perché sono tutti concentratissimi ma questa volta poche divagazioni, domande in linea, risposte telegrafiche. La vigilia della sfida con i viola è quanto di più lontano si possa immaginare per glamour, nessun incantesimo, l'Inter vittoriosa di Verona ha preso i tre punti ma non ha lasciato effetti. L'ha detto il presidente, l'ha capito benissimo Strama che l'ha commentato indirettamente: «Credo sia giusto e doveroso fare risultato. Il risultato però è importante se c'è crescita, fine a se stesso non porta a niente. Abbiamo trovato un assetto che consente ai giocatori di esprimersi nel modo migliore, ora però c'è voglia di perfezionarci. Già nel secondo tempo con il Chievo ho visto un'Inter più solida». Sulla certezza di aver trovato l'assetto che eccetera, eccetera, si possono esprimere dubbi leciti, una partita contro una squadra mediocre, non può tracciare sentenze e lo stesso Strama non nasconde le sensazioni: «Se mi chiedete qual è il mio modo ideale per coprire il campo vi rispondo che è la difesa a 4, ma un allenatore deve lavorare in base alle caratteristiche dei giocatori e metterli a loro agio». Sta entrando dentro il meccanismo, sta intercettando le caratteristiche del ruolo e sa mettere da parte le certezze che nel calcio hanno scadenza ogni ora e mezza.
La Fiorentina gioca, ha fermato la Juve e per qualcuno a tratti l'ha dominata, non ha il bomber, e questo è il suo peggior limite, ma avanza e chiude compatta. Strama ha studiato duro e sta pensando a qualche variante rispetto all'Inter di Verona, il turnover non c'entra, è rispetto dell'avversario e sana tentazione di adattarsi. In questi due ultimi allenamenti come esterno di destra ha giocato Zanetti con Nagatomo sulla fascia opposta. Dietro a questa soluzione ci sarebbero le fughe di Pasqual in fascia e l'esigenza di porvi rimedio. Non significa l'esclusione automatica di Alvaro Pereira ma resta una variante. Strama ha picchiato duro sulla ricerca di un gioco che soddisfi e sull'unità di intenti: «Non credo nel singolo che condiziona - ha ripetuto -. Mi spiace enormemente per l'assenza di Sneijder così come per quella di Palacio, ma so di avere un gruppo di giocatori che sanno tenere il campo». Sneijder fuori si deve leggere su due righe diverse, da una parte toglie pressione a Cassano, prossimo padre e in un periodo florido, dall'altra priva l'Inter di un fuoriclasse triste. Ora ancora più triste dopo l'infortunio, lo rivela la signora Yolanthe Cabau con una tenera cinguettata su Twitter: «Il mio amore è infortunato, ce ne andiamo in Olanda dove farà alcuni trattamenti, lui è molto triste».
Ha ragione Strama, non ci si può fermare davanti a un'assenza, questa è una squadra alla ricerca di se stessa che nel frattempo colleziona primati meno visibili, l'unica in A ad aver mandato in rete dieci giocatori diversi. Ma il profilo tracciato da Strama sull'olandese è stato solo il primo: «Cassano l'ho scelto io, non mi sta stupendo, è un giocatore che la società ha voluto per certe sue caratteristiche che sta confermando. Ma traccerò un giudizio alla fine, così come per tutti gli altri. Poco spazio a Coutinho? Su 10 partite, ne ha giocate otto. C'è grande fiducia nelle sue qualità, stima incondizionata, credo che il nuovo assetto lo abbia penalizzato più di altri anche se può giocare dietro la punta o da seconda punta. Cambiasso aveva avuto un problema all'adduttore, sarà da valutare nel corso della gara. Obi è clinicamente guarito, è quello che sta meglio, ma è in ritardo dal punto di vista atletico. Lui è un centrocampista di corsa, uno dei giocatori con il passo più spiccato con capacità di inserimento uniche. E Alvarez lo vedo anche come terzo di centrocampo a sostegno delle due punte».
Due schizzi su Montella, ex compagno alla Roma e amico stimato: «Non avevo dubbi sulle sue qualità».

Ma la viola non viene qui a dare a Strama quel che è di Strama, con lo scontro diretto fra Samp e Napoli, l'Inter può fare un bel salto, così come la Fiorentina e il ds Pradè colpisce nell'orgoglio: «Credo proprio che sia ormai finita l'egemonia dell'Inter, non è lei l'anti Juve». Sarà anche vero, ma a Strama è suonata male.

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