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Stramax, carta bianca ma con la difesa a tre rischia il posto Sneijder

Moratti: "Sono scelte del tecnico, l'importante è che i giocatori siano d'accordo. Se sono sicuri..."

Sotto la Saras: presidente, come ha preso la sconfitta contro il Siena? Moratti: «L'ho presa come una sconfitta».
Dai, domani si riprende, magari fuori casa gira meglio e poi domenica di nuovo a San Siro, era dal 1936 che l'Inter non perdeva le prime due in casa, Inter-Triestina 1-2 e Inter-Bologna 0-1 all'Arena, girone unico a 16 squadre, si chiamava Ambrosiana e a fine campionato si classificherà settima a pari punti con la Lucchese, Triestina salva in volata, Bologna campione d'Italia.
Adesso che in società sono arrivati nuovi partner e soci, se le cose girano dall'altra parte, per Moratti il dispiacere è doppio, lui vorrebbe un'Inter modello, club pilota, poi invece segnano Vergassola e Valiani e i conti non tornano: «Una sconfitta che arriva nel momento sbagliato perché vincere era necessario, serviva un segnale positivo per la squadra - ha commentato il presidente -. Adesso bisogna lavorare, il materiale c'è, l'allenatore è fresco e capace di capire le cose, e di giocatori mi sembra ce ne siano in abbondanza, quindi credo che una soluzione positiva, che ci dia ancora fiducia, si possa trovare». Senza metterci l'accento, ha spiegato che secondo lui la rosa è completa, del resto il momento non è florido e come ti muovi ti impallinano: «È un fatto legato alla situazione di crisi generale per la quale il Milan ha dovuto vendere alcuni giocatori e noi stiamo andando avanti cercando di puntare molto sui giovani. Milano non si può più permettere giocatori da venti milioni. Sotto un certo aspetto questo non ti dà la sicurezza di avere una super squadra - ha spiegato -, ma ne mantieni la speranza anche se tutto è legato molto al lavoro. Se hai un giocatore da 20 milioni in un momento come questo vieni giustamente criticato, però se non ce l'hai vai incontro a queste situazioni».
Terreno paludoso, già a Verona Andrea Stramaccioni sta pensando alla difesa a tre con Chivu in mezzo a Ranocchia e Juan Jesus, un'idea che il presidente lascia senza esitazioni in mano al suo allenatore, perché, dice, ha la capacità di capire cosa fare: «Lascio questa decisione all'allenatore e alla squadra. Non il peso ma il piacere della responsabilità. Se si sentono più sicuri con una soluzione di quel genere, benissimo, molto meglio e quindi credo sia giusto tentare. Ma con il Siena i giocatori hanno fatto quello che è stato chiesto, dovevano cercare di infilarsi in quei piccoli varchi e prendere dei rischi. L'hanno fatto e hanno pagato». Ha detto: se volete cambiare, cambiate, carta bianca, basta che siate tutti d'accordo, allenatore e giocatori.
Stramaccioni ha ripetuto che stanno tutti spingendo verso la stessa direzione, i giocatori hanno invocato pazienza ai tifosi e chiesto il loro sostegno: «I fischi? Solo una piccola fetta di pubblico - ha risposto il tecnico-. Sneijder? Ha chiesto di incoraggiare la squadra, non di fischiarla. Lui si sente un leader, sente questa maglia». Ma la notizia che gira è proprio che l'indiziato numero uno a sedersi in panchina è Wesley.

Se Stramaccioni gioca a tre dietro, in mezzo ce ne vogliono cinque e due davanti, Milito e il super Cassano di questi giorni. Wesley fuori?

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