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Via alla Coppa d’Africa, inizia Cusin, ct italiano

Dal Sudan al Camerun. Marocco ostile al torneo

Via alla Coppa d’Africa, inizia Cusin, ct italiano
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Ventiquattro nazionali, centinaia di milioni di tifosi, culture, storie e tradizioni: questo e molto altro è la Coppa d'Africa, al via stasera a Rabat con la sfida tra il Marocco padrone di casa e le Comore di Stefano Cusin, ct italiano giramondo. L'attesa per questo evento è stata ricca di polemiche. Intanto il Marocco è in fermento per un evento contestato dalla popolazione, che chiede di investire il denaro pubblico in settori più cruciali dello sport, ma anche molto atteso nella speranza di un trionfo della propria nazionale, che ha alzato il trofeo solo nel 1976.

I club italiani perdono 27 giocatori tra tutte le categorie, D compresa, dato che il Mozambico ha convocato Bangal, punta del Mestre. Non ci sarà l'infortunato Diao, con Fabregas bersaglio dell'ira social dei senegalesi, presenti invece i grandi vecchi Salah, Mané, Mahrez e Aubameyang, in quella che potrebbe essere la loro ultima Coppa d'Africa.

La vicenda più incredibile arriva dal Camerun, con protagonista Samuel Eto'o, capo della federazione. A inizio dicembre l'ex Inter sostituisce il ct Brys con Pagou, scelta però non condivisa dal Ministero dello Sport: così per qualche giorno ci sono due allenatori e due liste di convocati. Un caos totale, al quale si aggiungono le accuse di Brys a Eto'o, reo di aver escluso certi giocatori per poter difendere i propri record in nazionale.

Ci sono però anche storie di speranza, come quella del Sudan, Paese martoriato dalla guerra civile. Sebbene il calcio sia esiliato oltre confine, i coccodrilli sono riusciti nell'impresa di qualificarsi. Le favorite sono Marocco, Costa d'Avorio, Senegal, Algeria, Egitto, ma pensate che potrebbe esserci anche una nazionale dell'Île-de-France: sono infatti più di 30 i calciatori nati lì.

Si giocheranno 52 gare in 9 stadi di 6 città, con la finale il 18 gennaio, tutto su Sportitalia: se queste sono le premesse, ci sarà da divertirsi. Anche perché poi, a partire dal 2028, per godersi ciò bisognerà aspettare quattro anni e non più due.

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