Suso e quei dribbling e gol smarriti Tutto previsto, Montella crede in lui

Colpa del cambio tattico. E lui confida: «A Genova mi ero trovato bene»

Suso e quei dribbling e gol smarriti Tutto previsto, Montella crede in lui

Cosa succede a Suso? È violentato dal nuovo sistema di gioco a calpestare zolle a lui sconosciute? E Montella può permettersi di smarrire questo tesoro di dribbling, assist e gol? Le risposte ai quesiti più attuali in materia di Milan sono arrivate ieri in sequenza. È una difficoltà prevista, dicono a Milanello, dal cambio tattico: perciò nessun allarme. «A Genova ho giocato in quella posizione traendo un grande beneficio» fa sapere l'interessato confidandosi con gli amici più stretti. Montella, dal suo canto, spiega agli scettici che non mancano mai, la sua fede incrollabile: non intende rinunciare allo spagnolo reduce da un accordo con Mirabelli per rinnovare il contratto e incassare uno stipendio da 3 milioni netti l'anno che è un bel prendere. La conclusione per ora è la seguente: bisogna accompagnare Suso, senza traumi, verso la nuova frontiera. Come? Semplice: insistendo con esercitazioni specifiche e conferme una dopo l'altra. Qui spunta la difficoltà numero due: il Milan è imprigionato da un calendario fitto di impegni, si gioca quasi sempre tre volte a settimana tra campionato ed Europa league. E quindi i cambi, programmati al computer, sono indispensabili prima che utili. «Nemmeno io so quale sarà lo schieramento finale» la frase a effetto di Montella che vuole tenere tutti sulla corda.

Di certo si può dire fin da ora che domenica, a Genova, all'ora di pranzo contro la Samp, Suso può tornare al fianco di Kalinic come successo contro l'Udinese senza grandi risultati, anzi tradendo le prime difficoltà a ritagliarsi spazi vitali. Persino il suo sinistro, che a Crotone e a Vienna, funzionò alla meraviglia, prese a far cilecca. Quindi Montella e il Milan insistono. E dietro questa scelta si profila all'orizzonte l'orientamento futuro del Milan che ha già individuato alcuni titolarissimi. A cominciare da Donnarumma per passare poi da Bonucci e Romagnoli nel trio difensivo (gli altri due, Musacchio e Zapata possono darsi il cambio), quindi dalla coppia di centrocampisti Biglia-Kessiè per finire in attacco con Kalinic che è l'unico, del trio di centravanti, a essere già un seguace naturale di Pippo Inzaghi, senza particolari studi sui vecchi filmati.

Così siamo già a sei su 11 che è mezzo puzzle. Se si aggiungesse, nel prossimo mese, anche Suso allora il profilo tecnico e temperamentale del Milan cinese sarebbe già delineato e potrebbe essere giudicato di conseguenza.

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