
Sfatare il tabù nel torneo più importante. Jannik Sinner ha compiuto l'impresa: battere Carlos Alcaraz, il campione in carica di Wimbledon, e interrompere la serie negativa di cinque sconfitte consecutive contro lo spagnolo. Dopo la finale del Roland Garros persa, con quei tre match-point non sfruttati, ci si chiedeva se Jannik sarebbe stato in grado di dimenticare tutto questo e di ritrovare le giuste motivazioni. L'obiettivo era il seguente: trasformare le lacrime nella capitale francese in sorrisi sul prato dell'All England Club. Nella valutazione del percorso, quanto accaduto negli ottavi di finale contro Grigor Dimitrov è stato una sorta di segnale. Il trovarsi sotto di due set e in grave difficoltà anche per i problemi al gomito, uscendo comunque vincitore per il ritiro dell'avversario, ha permesso all'azzurro di sopravvivere in questo Major e forse anche di liberarsi di quei pensieri sullo Slam di Parigi che ancora albergavano nella testa e nel cuore.
Ieri si è visto un tennista coraggioso, capace di eseguire lo spartito che si era prefissato, disinnescando la genialità di Alcaraz. Jannik, in questo modo, è diventato il primo italiano della storia a conquistare i Championships, compiendo quel passo che nel 2021 a Matteo Berrettini e l'anno scorso a Jasmine Paolini non era riuscito. La soluzione all'enigma è stata trovata, allontanando tutti i fantasmi che avevano costellato queste settimane, ricordando il licenziamento del preparatore atletico, Marco Panichi, e il fisioterapista, Ulises Badio. Uno staff a ranghi ridotti, in cui il core è la coppia Simone Vagnozzi-Darren Cahill. Un'accoppiata vincente che però dal 2026 non dovrebbe esserci più, perché il coach aussie potrebbe preferire gli affetti familiari alla prosecuzione del viaggio con il giocatore italiano. Una versione erbivora indigesta al funambolo di Murcia quella proposta dal pusterese, in vantaggio nel conto degli Slam quando la rivalità tra i due è un fatto acclarato.
L'atto conclusivo di ieri è stato il settimo in serie in cui uno dei due ha posto la firma sul trofeo. Un riferimento temporale, il cui principio è nel gennaio 2024, che vede l'altoatesino a quota 4 Slam (2 Australian Open, 1 Us Open e 1 Wimbledon) e avanti rispetto ad Alcaraz (2 Roland Garros e 1 Wimbledon), nella consapevolezza però che nel computo complessivo di carriera lo spagnolo sia ancora avanti con 5 Major contro 4, ma in questo caso siamo solo all'inizio della maratona. Numeri che potrebbero consentire a Jannik di conservare anche il primato della classifica mondiale. Con questo risultato, Sinner si è portato a 12.030 punti in vetta, con un margine di 3.
430 sull'iberico. Viste le differenti scadenze dei due nei prossimi mesi (6.030 punti l'azzurro e 1.060 lo spagnolo), questo tesoretto potrebbe risultare decisivo per terminare il 2025 davanti a tutti nella classifica mondiale.