La corsa contro il tempo di Carlo Tavecchio è sulla buona strada. Possono bastare poche mosse per incastrare tutti pezzi del puzzle della nuova Federazione. A partire dalle due figure più importanti: il nuovo commissario tecnico e il direttore generale. Per la panchina, dopo la telefonata di martedì ad Antonio Conte, ieri è stata giornata di riflessione. Per la scrivania più importante di via Allegri il nuovo presidente federale ha incontrato Michele Uva. Due trattative per certi versi simili perché entrambi i prescelti vogliono carta bianca. Conte per un incarico totale che gli permetta di gestire tutte le nazionali, una sorta di coordinatore tecnico. La possibilità di stage, un rapporto diretto con i club, la gestione anche dell'aspetto organizzativo logistico. Dall'altra parte impossibile pensare che un manager come Uva per fare il direttore generale della Figc sia disposto a scendere a compromessi o a mediare con i personaggi che stazionano nel palazzo del pallone. Nei fatti idee e mosse per rilanciare il calcio italiano non si devono scontrare con le logiche del passato.
Per Conte il nodo è l'ingaggio. «Stiamo lavorando» si è limitato a dire ieri Tavecchio che non vuole andare oltre il milione e mezzo di euro per lo stipendio del ct. L'ex allenatore della Juve è pronto a firmare per una cifra intorno ai 2,7 milioni. Per colmare la differenza, oltre ai diritti d'immagine e ai bonus sui risultati, l'ipotesi allo studio è quella di dividere diversamente la cifra totale dei due anni. Nel primo il compenso sarebbe più basso e verrebbe compensato nella seconda parte in cui sul bilancio della Federazione «peserà» alla voce entrate anche l'Europeo del 2016. Una sorta di spalmatura. Questa la via più degli sponsor che versano da bilancio nelle casse della Figc circa 40 milioni di euro. Ma, esclusa la Puma, sponsor tecnico fino al 2018, gli altri partner commerciali sono tutti in scadenza a fine anno. E deve far riflettere che dopo il flop di Sudafrica 2010 le entrate da sponsorizzazione subirono una contrazione del 25 per cento. Quindi al massimo il nome di Conte può servire a evitare la fuga più che a ottenere soldi in più.
Tempi leggermente diversi per la risposta definitiva: per l'allenatore già oggi può essere il giorno buono, per il dg il weekend di Ferragosto. Invece ha già detto sì Fiona May che entrerà nella squadra come consigliere contro le discriminazioni razziali. Ma ieri per Tavecchio è stata altra giornata densa di incontri per la governance. Nella sede della Lega Dilettanti si è visto con Claudio Lotito, spin doctor della sua campagna elettore. Il presidente della Lazio ha rinunciato a qualsiasi tipo di ruolo: «Scelgo di rinunciare alla vicepresidenza o alla responsabilità del Club Italia. Anche per l'armonia delle componenti, questa è la scelta giusta». Club Italia comunque in quota alle società, mentre avanzano Beretta e Macalli come vicepresidenti, la cui nomina è all'ordine del giorno nel consiglio federale di lunedì. Anche Andrea Abodi si è chiamato fuori, ma per il presidente della Lega di serie B è pronto un ruolo in Federcalcio srl per sviluppare le strategie commerciali e di marketing.
Da buon ex democristiano Tavecchio si tiene stretti tutti: dal Coni di Malagò (May e Uva) all'Uefa dopo la gaffe delle banane (si fa il nome di Andrea Butti, stimato da Platini, per le relazioni internazionali). Ma a riabilitarlo di più sarebbe (sarà) il colpo Conte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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