nostro inviato a Parigi
Nella guerra tra il tennis e l'asciugamano è entrata in campo una spada di Damocle che pende sopra la testa dei giocatori. In pratica al Roland Garros da quest'anno succede che gli organizzatori hanno cominciato a tagliare le partite: per ora dalle qualificazioni, ma la minaccia per il prossimo futuro è che valga per tutti. Per i vertici mondiali gli spettatori stanno cominciando ad annoiarsi e in tutto questo entra in campo l'asciugamano, appunto: una vera coperta di Linus che i tennisti si portano appresso dicono loro per asciugarsi. Ma la domanda è: asciugarsi da cosa? La scena in effetti a volte è a dir poco esilarante: parte l'incontro, primo colpo, ace, strofinata. E dopo secondo colpo pure. Così, per evitare inutili maratone, ecco spuntato nel prologo di Parigi un cronometro in bella vista che fa il conto alla rovescia, da 25 secondi a zero, tra un servizio e l'altro. E chi non lo rispetta perde il punto.
Il caso asciugamano è dunque deflagrato e in realtà l'oggetto ormai serve più per pensare che per rimediare al caldo. Goran Ivanisevic, grande ex con la lingua lunga, ha più volte espresso il suo parere: «Noi avevamo segatura, polsino e fascia in testa. Adesso arrivano in campo e sono lì ogni due secondi con 'sto tovaglione fradicio in mano. Che schifo». Il vero problema però è un altro: l'asciugamano, oltre alla perdita di tempo, è diventato sinonimo di maleducazione. Un paio d'anni fa, per esempio, a Wimbledon perfino Novak Djokovic aveva maltrattato una raccattapalle fino alle lacrime perché non gli aveva passato il tergisudore con la dovuta celerità. E l'abitudine è andata estendendosi, con lanci in malo modo verso i ragazzi a bordo campo e giustificazioni più o meno plausibili. Il francese Gael Monfils, che tra l'altro secondo i ball boys del circuito pare sia l'unico a ringraziare ogni volta che gli viene passato l'asciugamano, ha affermato che gli è necessario «perché sono nero e sudo più degli altri». Fatto sta che anche ieri, primo giorno dello Slam parigino, le lavanderie hanno avuto il loro daffare. E i raccattapalle pure.
Perché anche quelli del Roland Garros ormai fanno la figura dei maggiordomi. Soprattutto nei match di Rafa Nadal (alla caccia dell'undicesimo titolo, esordirà oggi contro Bolelli), re anche nella esasperante routine: un asciugamano e destra e uno a sinistra a fondo campo e poi il rito di passarserlo su braccio-faccia-orecchio-faccia-altro orecchio ad ogni colpo. Se poi ci mettiamo quello che fa prima di servire, passa un minuto buono. Pensando (anche, ma molto) a lui l'Atp ha deciso che alle finali Next Gen di Milano tra i vari esperimenti - verrà allestito un apposito trespolo fai-da-te. Ma Nadal, consultato sull'argomento, non è stato particolarmente diplomatico: «Se questo è il modo per velocizzare le partite, mi sembra che sia abbastanza stupido». Come dire: cronometro o no, per cambiare il tennis ci sarà comunque da sudare.
ITALIANI IERI Nella prima giornata vince per la prima volta in uno Slam Matteo Berrettini: 3-6, 7-6, 6-2, 6-1 a Otte. Già fuori Sara Errani (ha perso 2-6, 6-2, 6-3 dalla Cornet) e Francesca Schiavone (7-6, 7-6 dalla Kuzmova).
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