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Il tennis secondo Paire: "Gioco, perdo, incasso". E poi scappa coi soldi

Ko in 9 match su 10, l'ultimo a Monte Carlo: "Neppure mi alleno, penso solo al denaro"

Il tennis secondo Paire: "Gioco, perdo, incasso". E poi scappa coi soldi

L'importante è incassare: giocare, perdere e poi ritirare i soldi (non pochi) per la partecipazione. Benoit Paire, detto Barbablù per ovvi motivi estetici, non è il tennista più forte del pianeta, attualmente è al numero 35 del ranking Atp, ma è tra i più discussi dell'ultimo periodo. Del resto il mondo della racchetta è sempre stato pieno di bad boys, di irregolari: Agassi, che per sua stessa ammissione odiava il tennis, Safin con le sue distrazioni sentimentali durante i tornei, fino a Kyrgios, l'australiano tanto talentuoso tanto strafottente, e al nostro Fognini, più famoso per le sue mattane che per i risultati sul campo.

E poi c'è Paire, appunto, che alla luce del sole dichiara di voler perdere perché gli interessano solo i soldi. Di più, per scappare dalle bolle sanitarie createsi in questa pandemia di Covid-19. L'ultima esibizione è andata in scena al torneo di Monte Carlo, tutt'ora in corso. Fuori al primo turno, domenica scorsa, contro l'australiano Jordan Thompson. Un'eliminazione al terzo set, quindi sulla carta senza sbracare, anche se nel secondo parziale (pur vinto al tie-break) ha commesso ben 28 errori gratuiti.

Eppure al termine della partita a chi lo intervistava Paire ha risposto: «Non me ne frega un c... di aver perso. Giocare in un cimitero del genere, senza pubblico, non è proponibile. Credetemi, anche i miei colleghi lo pensano, ma sono io l'unico a espormi». Non contento, due giorni dopo il francese è uscito al primo turno anche del tabellone del doppio. Totale della pratica per due giorni di lavoro, anzi per 4 ore e 31 minuti (questo è stato il tempo di gioco delle due partite)? 15.750 euro, 12mila dal singolare e 3.750 dal doppio. Roba che per un giocatore con la classifica ben più mediocre di quella di Paire significherebbe ossigeno puro e che invece per Benoit sono il prezzo del disturbo. Sì, perché questo ormai rappresenta il tennis per il francese: un disturbo.

Nel 2021 il 32enne di Avignone, infatti, ha perso 9 partite su 10. L'unica vittoria è arrivata a febbraio, al torneo di Cordoba, in Argentina, contro il cileno Jarry, numero 1.165 del mondo. Come a dire, va bene uscire al più presto, ma è meglio anche non destare sospetti in un circuito dove in passato la piaga dei match taroccati ha colpito duramente. Per il resto, solo eliminazioni al primo turno, tanto da sfavorito come da favorito, ad esempio contro il nostro Musetti a Miami. E sempre con la stessa giustificazione: «Il mio obiettivo? Uscire quanto prima da queste bolle sanitarie che si creano durante i tornei, gioco solo per i soldi, non mi sto nemmeno allenando», ha ribadito in un'intervista al quotidiano L'Equipe. Negazionista? No, semplicemente demotivato fin dagli Australian Open di quest'anno, dove perse dopo aver passato due settimane di quarantena chiuso nella sua stanza d'albergo. Tutto andrà avanti finché glielo consentirà l'Atp, che iscrive automaticamente agli eventi più grossi quelli con la sua classifica. A furia di perdere partite, però, la sua posizione nel ranking precipiterà e Paire smetterà di giocare. E forse tirerà un sospiro di sollievo.

Intanto, però, passa all'incasso.

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