Fortissimamente Tevez e la Juve va. Val la pena cominciare a studiare quale sarà il giorno scudetto. Tutti dietro l'Apache piede d'oro anche ieri, vigilia di Pasqua senza sorpresa annessa. Magari con un regalino, non del tutto decisivo, dell'arbitro. C'era da temere la Sarri band, squadra operaia ma con quel pizzico di calcio champagne che non guasta. La Juve, in questo momento, è squadra sotto ogni punto di vista. E ieri squadra senza il bello e la forza del suo centrocampo: si è visto e si è sentito. Ma poi ci pensa Tevez. Chi non l'avrà pensato vedendo Carlitos nella parte del gattone eternamente in agguato: ora prova in un modo, ora in un altro. Ma capisci che ce la farà. Basta saper attendere. Primi assaggi, poi parte e va al tiro. Para Sepe. Ci riprova con una finta che ne manda via tre, ma c'è ancora Sepe in uscita rassicurante. Niente male il portierino, si sarà detto il gattone.
Ma Tevez prova sempre di tutto e di più. Poi magari trova un arbitro che allunga una mano alla Juve e lui ci mette il piede dell'artista. Il gol del vantaggio bianconero non è proprio un buon esempio di azzeccagarbugli arbitrale. Rugani lotta con Sturaro ad un passo dalla porta: usa il piede per scalciar via la palla, magari in corner. Invece il pallone arriva al portiere. Passaggio proibito, dice l'arbitro che ne ha inteso la volontarietà. Mentre era solo il si salvi chi può di un difensore in crisi.
Punizione a due, barriera sulla linea di porta e che fa l'Apache? Rimodella un simil scavetto a velocità di un siluro dal basso verso l'alto. E fu subito gol. Facile, diranno i banaloni. Facile, ma nemmeno tanto, se hai piede e classe di Tevez. Sennò sono figuracce.
E la Juve non può che baciare il piede d'oro del suo argentino, giunto al gol numero 17 in campionato, 25° della stagione. Ci voleva per ricordare a tutti che il campionato è cosa della Signora anche in una sera in cui Padoin occupa (occupa appunto) il posto di Pirlo. Sturaro e Vidal reggono la parte ma fanno intendere a tutti che Marchisio e Pogba sono da rimpiangere. Vidal spunta in area, ma resta solo un assaltatore. Niente di più raffinato. Il suo protagonismo si fa più incisivo nella ripresa e diventa preoccupante l'uscita dal campo con tanto di zoppia.
Partita giocata a gran ritmo, Juve spiccia ma non definitiva se la palla non passa fra i piedi dell'Apache. Il centrocampo dell'Empoli che fa ritmo e mulina gambe e palloni, Saponara prova a infilarsi fra le linee con alterna fortuna. Ma ci sono momenti in cui l'Empoli è poca cosa rispetto alla prepotenza calcistica che gli juventini sanno imporre. Non saranno sfavillanti nel gioco, ma lasciano il segno. Quelli dell'Empoli guizzano via se Valdifiori pesca qualche compagno. Non gli riesce spesso, comunque il tanto basta perchè Maccarone e Pucciarelli abbiano messo i brividi a Buffon nel primo tempo e così nella ripresa quando il portiere se l'è vista brutta per due volte sulle incursioni di Pucciarelli. Il portierone ha messo i puntelli. Ma che dire? Inquietante vedere una difesa così larga? Mancava l'agonismo di Chiellini, Ogbonna ha fatto pesare le sue alternanze.
Juve più cattiva nel primo tempo e più rilassata ad inizio ripresa. Tevez simil trequartista per tutti i novanta minuti a dimostrazione che, in quel ruolo, è proprio lui il più bravo della compagnia: ieri, l'altro ieri e forse domani. Ecco, appunto, uomo tuttofare ma gli altri dell'attacco? Llorente è stato il solito cucciolone spuntato, Morata lo ha sostituito con sprint.
Alla fine ci ha pensato ancora Tevez: rifila l'ultima conclusione a Sepe che ci arriva ma non abbastanza. E Pereyra sulla respinta, si prende la gloria del gol. E per la Juve sono 70 punti, più 14 sulla Roma e il 20° buon risultato consecutivo.
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