Stranger in the night, stanotte Thoir ha rimesso il faccione in Tv, stavolta a ritmo di tiki taka: straniero-presidente, più che presidente straniero, che qualcosa ha già intuito dell'Italia e del suo carrozzone calcistico. Innanzitutto: meno spendi, meglio spendi. Certo che Messi... «Mi piacerebbe molto averlo all'Inter», si è lasciato sfuggire Thohir sulla tv di Italia 1. «Ma per due anni dovremo lavorare per sistemare i ricavi». La Tv per farsi conoscere, il resto per capire. La full immersion di questi giorni ha vissuto una tappa fondamentale ieri mattina, quando si è presentato in quel pentolone-calderone da uomini della giungla che poi è la lega calcio di serie A. Inchini e sorrisi, anche con Agnelli, quello del Jakartone. Thohir ha fatto spallucce: «Non ho mai sentito parlare di scudetto di cartone. Non esiste. Ho un figlio juventino, ma credo diventerà interista». ET è rimasto in Lega il tanto per scambiare saluti con i notabili, ma ha fallito solo l'incontro con Galliani (uno entrava, l'altro usciva), qualche idea sugli intrugli dei diritti tv del nostro calcio, uno sbadiglio e una passeggiata sul red carpet dell'ipocrisia del pallone. Ieri era in visita pure il vice premier Alfano, pronto a parlare ai presidenti, inebriato da questa spruzzata di internazionalità. «Thohir e Pallotta? È la globalizzazione, bellezza!», ha declamato il novello centromoderato che ieri ha provato a fare il centroboa del nostro circo barnum, parlando di stadi e sicurezza.
A Thohir è bastata una stretta di mano, aveva molto da lavorare, ha fatto intendere. L'Inter chiama e reclama le questioni di mercato. Domani, invece, ci sarà l'incontro col presidente regionale Maroni per l'idea stadio. «Ma è troppo presto, valuteremo se continuare a San Siro o cambiare». Ieri mattina, Mazzarri intervistato in radio ha sospirato quando si è parlato di Messi. «Mi piacerebbe averlo? Nooo, non mi piacerebbe», ha replicato con un sorriso. Il tecnico aspetta e spera. Per ora si limita a parlare bene dei suoi due patron, quello che lo ha preso e quello che ora lo stipendia. «Ho visto che c'è buona sinergia fra Thohir e Moratti. E mi sembra che il nuovo presidente abbia idee chiare». Thohir ha cercato di riassumerle in una riunione di quasi tre ore con Branca e Ausilio, gli uomini mercato. «Ma non siamo entrati nei dettagli tecnici», ha spiegato Branca. «Lavoriamo per migliorare il business, non so se interverremo a gennaio, comunque senza fretta», ha sintetizzato il magnate. Tanto per chiarire: Thohir non è un tipo dall'assegno alla mano. Entusiasta e professionale ma per ora più fumo che arrosto. E con l'intenzione di rivedere gli uomini mercato a fine novembre per delineare la via. Il mercato non concede tempo, non puoi arrivare a gennaio senza le mani su qualcuno.
Thohir tenterà un censimento delle risorse, eppoi deciderà quanto destinare alla voce acquisti: ingaggi molto mirati per età, futuribilità e in base alle proposte della bancarella. Certo servono un esterno e una punta, lo sanno anche i muri di Appiano. I nomi sono i soliti. Fra l'altro Mazzarri ha ricordato che per Milito ci vorrà un mese e Icardi è un talento ma deve farne di strada. Thohir, invece, vuol rendersi conto di tutte le voci di spesa ed anche degli ingaggi. Proporrà qualche taglio. Branca e Mazzarri faranno il punto sugli obbiettivi e sui giocatori che potranno (dovranno) partire per evitare sbilanci finanziari. Non siamo molto lontani dall'ultima fase morattiana: meglio se prestiti.
Ieri il giornale indonesiano del padrone interista, Republika, rilanciava l'intenzione di puntare ancora su Branca e lo snobismo nei confronti di Leonardo e
Sabatini. «Ne avete parlato più voi giornalisti di quanto ci abbia pensato io. E sono abituato a dare il massimo in ogni momento per il mio club», ha commentato l'interessato. Ma nel calcio è vero tutto e il contrario di tutto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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