«Trattato peggio del killer di Kennedy»

Tavecchio si sfoga. Albertini twitta: «Il palazzo del potere scricchiola». Chiellini e De Rossi, big anti-Tav

«Trattato peggio del killer di Kennedy»

Il rush finale verso l'elezione del nuovo presidente Figc (si vota fra una settimana) potrebbe riscrivere numeri e strategie dei due candidati. Gli smottamenti in seno alla Lega di A, con almeno otto club che hanno fatto un passo indietro rispetto all'accordo del 24 luglio, stanno minando le certezze di Carlo Tavecchio - che ha comunque ancora una salda maggioranza - e accrescendo le speranze di recupero del suo avversario Demetrio Albertini.

E oggi l'assemblea della Lega Pro - dove non ci saranno i due candidati in corsa, questioni di opportunità - sarà un'altra tappa importante: il numero uno Macalli dovrà sminare il malumore di una decina di società per tenere saldo quel 17 per cento da garantire a Tavecchio l'11 agosto («farei una riflessione davanti a un non consenso di una Lega così importante», così il numero uno dei Dilettanti). Il fuoco incrociato su Tavecchio non è bastato per far cambiare idea a Macalli: «Per quanto mi riguarda non è cambiato nulla, la Lega Pro non ha mai sbagliato una scelta, nell'interesse proprio e di tutto il calcio».

Domani un possibile, ma non ancora confermato, incontro tra il presidente del Coni Malagò, Tavecchio e Albertini; giovedì l'assemblea della Lega di B con Abodi chiamato a tenere saldo il fronte dei cadetti - il solo Brescia sembrerebbe per ora essersi «staccato» da Tavecchio -; domenica l'assemblea dell'Assocalciatori con la nomina dei tre consiglieri.

Molti sono convinti che in questi sette giorni qualcosa di nuovo accadrà, anche se l'ipotesi estrema del commissariamento da parte di Malagò resta sempre remota. Intanto sono da registrare gli umori opposti dei due candidati. «L'assassino di John Kennedy non ha subìto quello che ho subito in questi giorni. E pensare che proprio in questi giorni ricorre il trentennale del mio impegno in Africa, dove ho contribuito a far aprire un ospedale e dove ho adottato a distanza tre bambini», lo sfogo di Tavecchio a Radio 1. Ha ragione, fortunatamente per lui, visto che Oswald sopravvisse appena due giorni all'omicidio di Jfk.

Albertini si dice ottimista, vedendo lo scenario sempre più favorevole ed escludendo categoricamente ipotesi di inciuci. «Non baratto nessuna poltrona per le mie idee, ma il palazzo del potere continua a scricchiolare. Tanti si stanno allontanando, rimangono le solite facce», così l'ex calciatore di Milan e Barcellona su Twitter. Da dove risponde anche al presidente del Palermo Zamparini («Albertini non lo prenderei nemmeno a fare il portinaio della mia azienda», aveva detto il patron dei siciliani). «Io portinaio di Zamparini? Purtroppo per lui la Federazione non è una sua azienda. Lui conosce solo la gestione monocratica».

I cinguettii di Albertini non spostano voti ma di certo possono fare riflettere i giocatori. E si alzano le voci importanti di tre esponenti della nostra nazionale. «Non giudico Tavecchio ma le cose che ha detto sono gravi, se ora dico in campo mangia-banane a un giocatore di colore chi mi squalifica?», così il romanista Daniele De Rossi. Il collega della Juventus Giorgio Chiellini rincara la dose: «Ho letto la frase di Tavecchio e sono rimasto sconcertato, in questo momento c'è solo una persona che può portare avanti il futuro del calcio italiano e quella persona è Albertini. È giusto scegliere per il bene del calcio italiano e non per interessi dei singoli».

Infine un altro romanista, il portiere Morgan De Sanctis, sposa la linea «anti Tav»: «Ci vorrebbe qualcosa di diverso, che noi abbiamo individuato in Albertini. Crediamo che sia la figura giusta per cambiare qualcosa». La volata finale è lanciata.

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