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Trevisan felice e ammaccata. E oggi Nadal per la storia

Perde con la Gauff: "Il mio corpo non era al meglio ma sono contenta". Rafa e "l'ostacolo" Zverev. Poi...

Trevisan felice e ammaccata. E oggi Nadal per la storia

Qualcuno dice giustamente che della vicenda umana di Martina Trevisan si sia detto ormai tutto e che dunque sia arrivata l'ora di parlare solo di tennis. Obiezione accolta, e allora si può solo dire che una semifinale al Roland Garros sia stato il giusto premio per una ragazza che, in un mondo in cui potenza e fisico sono ormai tutto, ha messo in campo la sua intelligenza. Coi risultati che si sono visti in questi giorni, compreso il fatto che per la prima volta entrerà nella Top 30 del mondo (sarà 26), con un balzo di 59 posizioni rispetto a solo qualche settimana fa.

Poi, a volte, tutto questo non basta, soprattutto se giochi contro una ragazzina di 18 anni che è già più o meno una veterana: Cori Gauff, Coco per tutti, ha cominciato a 15 anni, ha già vinto 2 tornei Wta e adesso sarà per la prima volta in una finale dello Slam. Perché il 6-3, 6-1 con cui ha battuto la Trevisan è stato quasi inevitabile, senza per questo che la ragazza fiorentina abbia da rimproverarsi qualcosa.

Insomma: brava Martina, nonostante tutto. Anche perché la vistosa fasciatura apposta sopra l'adduttore alla fine del primo set, ha spento qualsiasi tentativo di rimonta. Brava comunque perché, proprio tennisticamente parlando, la semifinale di Parigi è il risultato di un lavoro congiunto di coach e team. Ed anche del coraggio di cambiare cose molto importanti (ad esempio la racchetta) all'inizio dell'anno, per sistemare quello che non girava più. E brava anche perché è uscita dal campo con il solito sorriso e lanciando cuoricini a staff e pubblico: «Oggi il mio corpo non era nelle migliori condizioni: in questo torneo ho consumato tante energie. Sono comunque contenta: la mia classifica è cambiata, ma credo di non dover cambiare io. Sfrutto ogni momento, e mi diverto».

In quanto alla Gauff, lei stessa dice di non essere l'erede delle Williams. Assomiglia infatti (più a Venus) fisicamente, è furba quanto basta (a un certo punto ogni punto era una contestazione), urla ad ogni colpo come un'ossessa («si può abbreviare?», ha chiesto a un certo punto Martina alla giudice di sedia), ma per il resto è quanto passa il convento. In cui Iga Swiatek, che ha battuto la Kasaktina ed è l'unica capace di farti divertire con il suo gioco vario e d'attacco, è inevitabilmente la Madre Superiora. Di sicuro Coco se la cava benissimo con le parole («La finale? In questo periodo nel mondo ci sono cose più importanti», ha detto dopo aver scritto sulla telecamera «stop alla violenza con le armi». E poi ha aggiunto: «I miei genitori mi amano a prescindere»). Ma la polacca appare un'altra cosa, fino ad domani naturalmente: perché quando ti giochi uno Slam può succedere di tutto. Per esempio che Rafa Nadal sia ancora in campo a tentare di arrivare a quota 14 nella collezione di Roland Garros: appuntamento alle 14.45 per la semifinale contro Sasha Zverev, poi a seguire Cilic contro Ruud.

Facendo i conti, questa volta a Parigi non si dovrebbe fare notte.

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