
Dal 2022 in avanti, l'Inter non ha preso gol in 23 delle 39 partite giocate in Champions League e in un solo mese Cristian Chivu ha evidentemente già dato il suo piccolo grande contributo a questa statistica. Oltre all'Inter, quest'anno solo l'Arsenal non ha subìto gol nelle prime 3 serate di Champions. Al netto sempre di una classifica dove si sta tutti contro tutti, ma ciascuno gioca contro avversari differenti (resta bizzarro e antisportivo). In Serie A, il dato nerazzurro (8 gol complessivi al passivo in 7 giornate) è ovviamente appesantito dai 4 gol subiti contro la Juventus (e dai 2 presi dall'Udinese), ma anche in questo caso la statistica è in fase di restauro. Complessivamente, nelle 7 vittorie che fanno morale e classifica fra Italia ed Europa, l'Inter ha segnato 18 volte, subendo appena 2 reti (Sassuolo e Cremonese), evidentemente ininfluenti.
I progressi nerazzurri sono evidenti e vanno oltre i numeri, ma c'è un altro dato, curioso e interessante, che li testimonia. Chivu non solo ha fatto una restaurazione silenziosa della squadra che ha trovato, conservandone sistema di gioco e giocatori, ma ha anche aspettato che tutti metabolizzassero le sue idee prima di cominciare a forte dosi la girandola delle rotazioni, che sono la base per chi "vuole arrivare in fondo a tutte le competizioni", come il tecnico rumeno ha già avuto più volte modo di dire dacché sono cominciate a fioccare le vittorie.
E così, se fra la Juventus e l'Ajax e l'Ajax e il Sassuolo, prima settimana europea della stagione, ha cambiato rispettivamente 3 e 4 titolari, già in occasione dello snodo Cagliari-Slavia-Cremonese i cambi sono stati prima 5 e poi 6. E a Bruxelles, ha di nuovo cambiato 6 giocatori (stavolta tutti di movimento) rispetto alla precedente partita con la Roma. Chivu, come molti suoi colleghi, ama non dividere la squadra fra riserve e titolari, almeno nelle definizioni, quel "per me sono tutti i titolari" è uno slogan un po' di tutti, ma applicato da nessuno, perché poi quando arrivano le partite più importanti, giocano sempre quelli che a tutti sembrano i migliori.
Vedremo a Napoli, di certo contro l'Union, pur affidando l'attacco all'unico veterano rimastogli (ricambiato da Lautaro con una partita totale), Chivu ha lasciato riposare alcuni degl'intoccabili, da Barella a Mkhitaryan, da Acerbi a Dimarco, che sabato dovrebbero essere in campo già dal primo minuto di una partita che più scivolosa non potrebbe essere, visto il momento delle due squadre. E in un certo senso al tecnico può tornare utile ricordare alla squadra l'avvio da incubo di Bruxelles, con errori individuali e atteggiamento complessivo da evitare.