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Valverde, trionfo in lacrime Liegi con dedica a Scarponi

«Michele era un grande amico, ci mancherà. Il premio di questa vittoria lo porterò presto alla sua famiglia»

Valverde, trionfo in lacrime Liegi con dedica a Scarponi

Due dita, ad indicare il cielo, per la sua quarta Liegi-Bastogne-Liegi. Due dita e gli occhi che puntano lassù in alto, verso il cielo celeste, come la maglia che ha vestito e vestirà per sempre il suo amico. Due dita come a ricordare chi quella corsa l'amava per davvero e gli sarebbe piaciuto tanto vincerla, ma ci si è solo avvicinato in un paio di occasioni. Dedicato a Michele Scarponi, che a Liegi arrivò quarto nel 2003, 7° l'anno dopo, 8° nel 2012 e 5° nel 2013.

Questo il primo pensiero che è passato per la testa ad Alejandro Valverde, che indica il cielo e poi piange l'amico che non c'è più. Vince da campione e da grande uomo. Valverde non perdona: conquista per la quarta volta la Liegi-Bastogne-Liegi, dopo aver vinto mercoledì scorso la sua quinta Freccia Vallone. Valverde non pedona, ma ricorda.

«Questa è una vittoria che voglio dedicare a Michele Scarponi. Era per me un grande amico dice il murciano con la voce rotta dall'emozione -. Il premio e la dedica sono tutti per lui e per la sua famiglia. Farò in modo di andare a trovare Anna, la moglie, e a lei andrà il premio di questa mia vittoria».

Valverde piange, trattiene a fatica le lacrime. La voce è rotta per l'emozione. Non aveva fatto nulla per non farsele scivolare sul viso neanche al mattino, quando la corsa ha ricordato con un minuto di chiasso l'amico scomparso. «L'abbiamo chiesto espressamente noi del sindacato corridori italiani e mondiali ci spiega Cristian Salvato, presidente dell'Accpi -. In accordo con Gianni Bugno, abbiamo chiesto ai corridori che non si facesse un minuto di silenzio, perché a Michele piaceva far casino, far baracca. A lui piaceva l'allegria, ma è stata dura per tutti».

Alla fine il chiasso è stato solo un lungo e sentitissimo applauso, dei corridori e dei tantissimi tifosi presenti. «Ci mancherà, Michele», dice tra le lacrime Valverde. Poi il murciano passa a raccontare la corsa, che gli ha permesso di centrare un fantastico poker, al pari di Moreno Argentin, un gradino appena sotto solo a Eddy Merckx, che di Liegi ne ha vinte cinque. «La gara? La squadra è stata bravissima, abbiamo lavorato in maniera eccellente, abbiamo controllato la fuga che era pericolosa spiega Valverde -. Poi sull'ultima salita è partito molto forte Daniel Martin e l'ho raggiunto al momento giusto per volare verso il traguardo».

Il campione della Movistar si è mosso con straordinaria freddezza nel finale di corsa: ha controllato il bellissimo affondo del nostro Davide Formolo, ha studiato l'attacco di Martin, e poi è partito per riprenderlo proprio in cima alla salita di Ans, vincendo facilmente la volata.

I giovani italiani sono stati protagonisti anche di questa ultima classica, prima della stagione dei grandi giri. Detto di Formolo, applausi al solito Gianni Moscon che ha fatto un grande lavoro per capitan Kwiatkowski che alla fine è giunto terzo, così come applausi per Gianluca Brambilla che ha spianato le ultime côtes lavorando per il suo capitano Martin, piazzatosi secondo. Il migliore dei nostri al traguardo alla fine è stato Domenico Pozzovivo, che ha chiuso al dodicesimo posto. Ma gli applausi sono tutti per Valverde, l'uomo che non perdona.

E non dimentica.

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