È un tipo tosto questa Wanda. La gente scherza e ride, sbircia e mormora ma non ha ancora capito quale sia la vera cilindrata di questa donna argentina che tiene in ansia il popolo interista e l'Inter stessa. Perché Wanda Nara, a differenza di altri agenti e affini suoi, non cura gli interessi di uno dei propri assistiti ma ne è la moglie e, poi, anche madre dei suoi figli, dunque è l'assoluta padrona di una storia che le appartiene, per ruolo, per responsabilità. La sua spettacolare presenza, le fotografie e i filmati, le frequentazioni sui social, da Instagram a Facebook a Twitter, senza dimenticare alcuni esordi inquietanti su Youtube, ne hanno fatto una protagonista assoluta, invidiata da molti, fastidiosa ai più, soprattutto perché donna, e soprattutto perché femmina, bella, bionda, provocante e provocatrice, come lei sa e vuole proporsi nei fotogrammi, di poco o nulla vestita ma, non per questo meno brava e intelligente di certi suoi concorrenti volgari, potenti, prepotenti, ignoranti ma massimamente considerati e riveriti dal mondo del football. Basterebbe consultare un paio di album di famiglia per capire che il destino di Wanda non sarebbe stato tanto diverso da quello di sua sorella Zaira (prima legata a Diego Forlan, poi al tennista Carlos Monaco, ora al barone Jakob Otto Ferdinand von Plessen) e della madre di entrambe, Nora Colosimo, una milf a denominazione di origine controllata, presentissima, come Wanda, sui social, fasciata da gonne ultrasmall, spinta dall'onda di biondi capelli e accompagnata dal nuovo consorte, Roberto Blanco, dopo la separazione da Andres Nara.
È un gran momento per le femmine argentine in Italia. Se la famiglia Rodriguez non abbisogna del reddito di cittadinanza, Wanda sembra avere idee chiare, nette sul futuro del marito Mauro e dei figli. Milano è splendida, l'Inter è pazza ma servono gli euro, tanti, degni di un campione argentino, tipo Higuain o quell'altro rosarino Lionel Messi. O si alza la quota o Wanda Nara toglie il disturbo. Lei è fatta così, attrice, ballerina, vamp ma non svampita, moglie, madre, affarista, a differenza di Maurito sa giocare in difesa, a centrocampo e in attacco. Sua nonna Rosa l'ha definita «buona ma terribile», rimproverandola di non averla mai più vista per un bacio soltanto, stesso rimbrotto alla figlia Nora più attenta ai propri uomini che all'affetto dell'anziana madre. In famiglia è stata registrata anche una vicenda scabrosa, lo zio di Wanda, Carlos Colosimo, è stato denunciato per abuso e violenza sui minori ma di questo nessuno ha voglia di parlare. Si va oltre, Wanda è una Tutto Icardi minuto per minuto, non lo perde di vista, se si concede un selfie in lingerie paurosa, davanti a uno specchio, non molla di un attimo i contratti, si apposta a bordo campo, con i pupi appresso, aspettando il fischio finale e abbracciare Maurito reduce da un gol, da una vittoria, da un trionfo. Immagine romantica da Mulino bianco, immediatamente dopo ribaltata da fotogrammi più aspri, come il tweet che ricorda come a mezzanotte e mezza sia lì a leggere le pagine del rinnovo del contratto con l'Inter, righe scomode per farle perdere il sonno. Roba tosta con la quale Beppe Marotta deve confrontarsi, dopo essersi liberato del fratello di Higuain e della famiglia Dybala. Wanda Nara era fatta così dagli esordi, a Boulogne sur Mer, il sito della provincia di Baires dove nacque. Non aveva voglia di completare gli studi, si limitò alla scuola secondaria, evitò l'università, scelse il teatro, a diciassette anni venne ingaggiata dalla compagnia di Humor in custodia. Un anno dopo si portò avanti con il lavoro, conquistò le cronache per una presunta storia con Diego Armando Maradona, da lui smentita (ehm). Interruppe l'impegno teatrale a Mar del Plata con Corona, Jorge non Fabrizio, conobbe Maxi Lopez dal quale ebbe tre figli e abbandonò i palcoscenici. Secondo una perfida rivista argentina Wanda lavorò in tutto l'1,68% effettivo del tempo professionale. La stessa rivista scrisse che il divorzio da Maxi Lopez le garantì sei milioni di dollari. Dicono che la signora dovrà studiare per mettersi in regola con le nuove norme sui procuratori. Nessun problema.
A un suo compatriota, Renato Cesarini, tornato in Patria, venne chiesto dalla federcalcio di passare un esame per allenare oppure se avesse scritto un libro di foootball: «No» rispose Cesarini «Non ho scritto di calcio, ma se mi portate qui tutti i libri in circolazione vi correggo gli errori». Così farà la señora Wanda Nara in Icardi.
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