La vecchia guardia può salvare il povero Diavolo di Montella

Ripartire da Abate e Suso. Montolivo meglio di Biglia

La vecchia guardia può salvare il povero Diavolo di Montella

Milano La scena è stata questa: chiusa la sfida con la Juve, Fabio Guadagnini capo della comunicazione del Milan ha ricevuto una mitragliata di sms dai colleghi che chiedevano di un eventuale brutale esonero di Montella. Immediato ma efficace il commento di Fassone: «Ma pensano forse che siamo al Roccacannuccia?». Fine della trasmissione e dei pissi pissi bau bau. Almeno fino alla sosta per le nazionali che servirà per fare il punto. La conferma di Montella al comando del Milan è cosa buona e giusta almeno per un paio di considerazioni proviamo a sintetizzare: 1) perché da qualche tempo, diciamo dalla sfida in dieci contro il Genoa, il gruppo ha intrapreso la strada di un nuovo e funzionale sistema di gioco e prodotto un buon calcio; 2) perché affidare la panchina e un esterno significherebbe aprire un altro cantiere e riportare le lancette indietro di almeno tre mesi.

Sempre sabato sera Montella ha compiuto un altro piccolo passo verso la ricomposizione del gruppo che ha un valore simbolico e non solo. Quella fascia di capitano affidata al braccio di Abate è stato un segnale di pace lanciato verso il gruppetto degli esponenti del Milan berlusconiano che si sono sentiti emarginati, spesso senza motivo alcuno. Abate si è battuto come un leone dopo mesi d'assenza. Adesso c'è da completare l'operazione riconciliazione perché ad esempio al posto di Biglia deve salire di quotazione la candidatura di Montolivo. E non per rispetto della sua carriera e del suo passato. Ma perché al posto dell'argentino che è spaesato e fuori sintonia, l'ex capitano può fornire ancora un contributo positivo. Quel cambio di sabato sera, Locatelli al posto di Biglia, ha procurato qualche interrogativo.

Infine c'è l'ultima questione più grave da risolvere e che riguarda la cifra tecnica, oltre che il rendimento, di alcuni acquisti arrivati a Milanello. Per Bonucci, lo ripetono tutti, è solo una questione di tempo e di preparazione precampionato (perciò ha pagato Marra) inadatta alle sue caratteristiche ma per Biglia e Kalinic di cosa si tratta? D'accordo Kalinic non è Higuain ma la resa del play più forte d'Europa (dixit Simone Inzaghi) è da debuttante allo sbaraglio.

E se si può capire il colpo di sonno durante il derby perché reduce dal Sudamerica, la prestazione con la Juve e il duello stra-perso con Dybala non ha spiegazioni convincenti. In certi casi, qualche turno di riposo può fare effetto.

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