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Un vecchio tira l'altro. Mandzukic fa il vice Ibra e il Milan sfida la paura

Zlatan a casa, tocca a Mario rialzare i rossoneri. Pioli sceglie il coraggio: "Non si scappa mai"

Un vecchio tira l'altro. Mandzukic fa il vice Ibra e il Milan sfida la paura

Per cancellare il ricordo scomodo della sconfitta col Sassuolo («se la rigiochiamo 100 volte non la perdiamo») e per sconfiggere l'eventuale effetto panico per lo spareggio Champions con la Lazio, Stefano Pioli ha preparato un trattato sulla paura. Andrebbe condiviso sui social e nelle scuole calcio.

Ha cominciato dai meriti distribuiti dal suo Milan nei mesi passati che non si possono cestinare. «Meritiamo di arrivare tra i primi quattro perché in 32 partite siamo stati più forti di tutti tranne l'Inter, non siamo secondi per fortuna» l'incipit indispensabile per rispondere anche a qualche ingeneroso giudizio raccolto qua e là nei giorni scorsi, colleghi compresi. Poi ha affrontato il vero tema del giorno a Milanello, che è quello dell'effetto panico in occasioni del genere. «Come si combatte la paura?» è la domanda del cronista da cui discende il suo brevissimo trattato. «Se l'affronti, la paura scappa. Se scappi, la paura ti corre dietro»: poche parole scolpite in una domenica mattina piena di incognite. Che riguardano il calendario (in 6 sfide rimaste 3 scontri diretti con Lazio appunto più Juve e Atalanta all'ultimo giro). E non solo. Ma anche la freschezza atletica denunciata nella ripresa con il Sassuolo. Ecco allora il compito ingrato del Milan stasera all'Olimpico: dimostrare di non avere paura della Lazio, domata all'andata all'ultimo assalto, senza Ibrahimovic che resta ai box per non compromettere le presenze nelle altre cinque che saranno egualmente decisive.

Senza il suo principale sponsor calcistico, in queste ultime settimane il Milan è rimasto a secco di gol e per questo motivo oggi sarà presa una decisione drastica. Perché il Milan non può aspettare né inseguire le lune di Leao che da centravanti si ritrova a mal partito. In dieci presenze soltanto la miseria di 4 gol: questo è il deficit più allarmante. Per questo deve puntare su un altro vecchio guerriero assente da troppo tempo. Già, è tornato il tempo di Mario Mandzukic che ha all'attivo una sola presenza dal primo minuto (a Belgrado in Europa league) e qualche ritaglio dopo la lunga sosta per infortunio muscolare. Per dimostrare l'attaccamento alla causa e meritarsi il rinnovo ha anche rinunciato (volontariamente) allo stipendio di marzo che è decisione non molto popolare tra la categoria. Anzi spesso brontolano per il contrario. In coppia con il connazionale Rebic deve riscaldare il posto a Ibra che forse tornerà sabato prossimo contro il Benevento del suo antico compagno d'armi Pippo Inzaghi. È stata una decisione sofferta, quella di tenere Ibra fermo ancora una settimana. Rischiarlo per una sera per non averlo poi nel finale sarebbe stato da ingenui oltre che sprovveduti. L'unico motivo di ottimismo è il passato di questo Milan capace, come ricorda Pioli, di superare tanti crash test, a Roma con la Roma, a Firenze e a Verona.

Tutte fuori casa, appunto.

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