
Un podio nella Sprint di Miami non fa primavera. Lewis Hamilton si aggrappa a una magia strategica per risorgere nella garetta del pomeriggio di Miami, ma poi finisce fuori in Q2 in qualifica. La batosta dopo l'illusione. Neppure Leclerc che era stato a guardare nella sprint, andando a muro prima del via, riesce a salvarsi dal naufragio: chiude all'ottavo posto a 0550 dalla pole di Max Verstappen, l'uomo che ha battuto ancora una volta la macchina McLaren con Norris a 0065, la prima pole di papà Max alla faccia del Commendatore che sosteneva i piloti perdessero 2 decimi ad ogni figlio. Ma la magia del giorno, Max a parte, è ancora quella di Kimi Antonelli, terzo e per la prima volta davanti al compagno nella qualifica vera. Il bimbo si è vendicato delle sfortune della gara sprint, quando era scattato davanti a tutti chiudendo fuori dai punti.
Nella più pazza delle gare sprint Lewis Hamilton i era regalato un mini sorriso in una giornata in cui erano stati in tanti a piangere e recriminare. Mentre Leclerc finiva a muro sotto il diluvio, ancora prima di cominciare, Lewis con una magia strategica si era infilato sul podio dietro al duo McLaren con Norris che anche quest'anno a Miami deve tutto alla Safety Car che ha protetto il suo cambio gomme tardivo. E se Leclerc si maledisce («C'ero io dietro al volante»), giustificando la scelta folle del box Ferrari che aveva deciso di far uscire nel giro di riscaldamento i suoi piloti con gomme intermedie (gli altri 18 era su Pirelli Full Wet), il più arrabbiato a fine della gara corta è giustamente Kimi Antonelli che scattava in pole. Nella mini gara gliene sono capitate di tutte. Buttato fuori da Piastri alla prima staccata e poi colpito da Verstappen mentre stava entrando al box per il cambio gomme: poteva essere un disastro. «Piastri mi ha buttato fuori, ma adesso che ho capito come certe manovre siano consentite, mi comporterò di conseguenza». Il modo migliore per cacciare via una giornata storta.
La sprint ha regalato un'altra doppietta alla McLaren, ma senza la Safety Norris non avrebbe mai vinto e forse neppure catturato il podio. La Ferrari è stata salvata dalla chiamata dei box che hanno accolto la rischiata di Hamilton di passare con grande anticipo sulla concorrenza alle gomme da asciutto al 13° dei 18 giri.
Quella che sembrava una follia si era trasformata in una magia. La realtà è che la Ferrari per fare risultato deve prendersi dei rischi enormi e giocare d'azzardo. Scelte da Sauber, non da Ferrari. Ma la Sf-25 purtroppo oggi consente solo questo. È non sempre funziona.
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