Viviani nell'omnium cerca la rivincita per cancellare Londra

Pier Augusto Stagi

Londra è un brutto ricordo, carico di esperienze ma anche di amarezze. Rio potrebbe costituire per Elia Viviani - una delle grandi speranze azzurre - la svolta e l'approdo ad una medaglia che non è mai stata lontana ma nemmeno mai così vicina. Ai Giochi di Londra finì al 6° posto la prova dell'omnium. Ai mondiali di marzo, sempre sull'anello della City, il 27enne veronese di Isola della Scala ha perso il titolo iridato all'ultimo sprint, finendo quarto. Si è ritrovato giù dal podio per un nulla, lui che in quell'ultima volata della corsa a punti stava andando a prendersi addirittura la maglia iridata.

Oggi pomeriggio Elia torna in pista, nella prova che sta preparando da quattro anni e che a marzo gli ha fatto rivivere lo stesso psicodramma. E dire che ai mondiali fino a quell'ultima volata aveva fatto tutto bene, chiudendo in testa la prima giornata. Poi, il giorno seguente, era riuscito a governare la prova per lui più complicata quella del chilometro - prima di allungare con la miglior prestazione di tutti nel giro lanciato. Ma la corsa a punti che mette in palio un bottino pesante gli è stata fatale. L'azzurro che in carriera ha vinto due argenti e un bronzo mondiali oltre a 5 titoli europei, non deve commettere più lo stesso errore, cadendo nella trappola del colombiano Gaviria che sin dai primi giri ha badato soprattutto a farlo innervosire.

Ma cos'è l'Omnium? È una sfida su sei prove: tre oggi e tre domani sera. Scratch su 15 chilometri, ovvero 60 giri di pista, con traguardo unico finale. Inseguimento sui 4 chilometri con classifica a tempo. Eliminazione: ogni due giri, l'ultimo viene eliminato fino alla volata finale a due. Km da fermo. Giro lanciato, tre giri con l'ultimo chilometrato. E infine la corsa a punti, che può cambiare letteralmente tutto. Le prove più adatte a Elia sono lo scratch, l'eliminazione, il giro lanciato e la corsa a punti: quelle tipiche dei seigiornisti.

Gli avversari più temibili, indicati dallo stesso Viviani sono il colombiano Gaviria campione del mondo in carica, l'australiano O'Shea che è un pistard puro, il guastafeste Mark Cavendish, il tedesco Kluge (vincitore al Giro della tappa di Cassano d'Adda) e il danese Hansen che è campione olimpico uscente.

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