Volano gli stracci nel Milan azzerato

I rossoneri senza gol mentre Boa e Balo se la ridono Lo sfogo di Abate e Abbiati: «Gara inaccettabile» Frase rubata e smentita di Miha: «Di più non si può»

Volano gli stracci nel Milan azzerato

M ilan ancora a secco di gol e di punti (uno misero misero dalle due trasferte di Sassuolo e Chievo) e dilaniato ora da polemiche intestine. È accaduto ieri a Verona, alla fine del viaggio col Chievo che ha segnato l'addio definitivo del glorioso stendardo rossonero ai sogni di gloria di un possibile arrivo tra le elette del campionato. Il primo ad alzare il velo sulle miserie rossonere è stato il capitano della domenica, Ignazio Abate. «Non si può giocare così il primo tempo», la sua denuncia. Seguita da quella, ancora più appuntita, di Cristian Abbiati, intervenuto a freddo in partita (per il ko di Donnarumma, colpo alla testa e giramento di testa successivo) ma poi a caldo capace di segnalare un comportamento indegno di alcuni suoi sodali. Ha dettato il portiere: «Sono stufo di vedere giocatori che rispondono all'allenatore e che vedono ogni richiamo come una rottura». Non ha indicato i destinatari della sua intemerata ma di sicuro il riferimento è agli esponenti della nuova generazione arrivati dopo lo scudetto e negli ultimi due anni. A questo scenario inquietante ha fatto da megafono una frase «rubata» negli spogliatoi, a fine partita, durante il conciliabolo tra Mihajlovic e il suo secondo Sakic (prima di mandarlo davanti a tv e taccuini). «Con questa squadra difficile fare di più», il giudizio che è stato poi smentito, indirettamente, dall'ufficio stampa della società per evitare di trasformare la domenica bestiale del Diavolo in una sorta di regolamento di conti. Già perché poi la scena televisiva meno edificante di tutta la domenica veronese del Milan è diventata quella vista durante l'intervallo: Balotelli e Boateng, stravaccati in panchina, a ridere e scherzare invece di riscaldarsi come hanno fatto invece tutti gli altri. Proprio sul conto di Mario, Galliani, prim'ancora di cominciare, conoscendo la scelta di Sinisa (ko Kucka durante il riscaldamento, dentro Menez) è stato categorico: «Balotelli deve dare di più, è una questione psicologica, sono d'accordo con l'allenatore». Così l'avventura italiana del ragazzo prodigio di un tempo è arrivata ai titoli di coda, purtroppo. Non gli resterà che la Cina, nella migliore delle ipotesi.Il Milan di ieri è stato inguardabile per un tempo (il primo), sufficiente per un tempo (il secondo) durante il quale ha meritato un successo pieno sfiorato ripetutamente. Ha centrato due volte di fila i legni (con Abate, traversa, e sulla respinta con Bertolacci, palo), ignorato a suo favore un fallo da rigore su Bacca che è l'altro deficit di questo mese di marzo molto povero di gol e anche di tiri in porta del colombiano, a secco da sei turni. L'insulto muscolare toccato a Kucka ha mostrato la coperta cortissima di Mihajlovic che è dovuto tornare al 4-4-2 facendo posto a Menez in attacco al fianco di Bacca. Il francese ha consumato tutte le sue ridotte energie in un paio di incursioni del primo tempo per poi uscire, indispettito, dopo aver perso duelli anche fisici con i corazzieri del Chievo (Dainelli e Cesar). Luiz Adriano non ha fatto di meglio nella mezz'ora successiva anche perché il gioco non è mai stato brillante: Bonaventura nervoso e poco preciso, Honda si è appena ripreso e Bertolacci a centrocampo ha mostrato ancora una volta limiti di personalità e di talento geometrico. Serviti a dovere quei tifosi del Milan che hanno criticato a lungo Montolivo: senza di lui si è spento il lumicino. Per fortuna Abbiati, nella frazione più critica del Milan, la prima, ha salvato faccia e risultato parando un paio di volte su Meggiorini e Cacciatore.

Il Chievo è stato meglio del Milan per un tempo sbattendo contro il portiere rossonero, poi si è difeso con le unghie come deve fare una provinciale salva da tempo e che può permettersi qualche lusso. Il Milan ha chiuso imbattuto da 11 anni il suo viaggio col Chievo: sai che soddisfazione!

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