nostro inviato ad Appiano Gentile
«Il mercato dellInter? Dipenderà dallinvestimento che avremo a disposizione. Al momento solo quattro o cinque squadre al mondo sono in grado di spendere. E fra queste pochissime italiane». Marco Branca si difende e difende il club: «Sapevamo che questo sarebbe stato un anno di transizione, adesso giochiamo partita per partita e poi vediamo dove si arriva. E non è detto che senza Europa i grandi campioni scanseranno lInter. Anche senza Champions la Juventus ha mantenuto il suo appeal». Frecciate, sembra quasi ottimista, lo indurisce solo la domanda su Balotelli: «Ne parleremo fra due mesi. E poi è fuori attualità, siamo qui per Fredy Guarin, un giocatore che abbiamo fortemente voluto, si è già integrato benissimo e siamo contenti faccia parte del futuro dellInter».
Il colombiano è al tavolo, stretto fra il ds Ausilio e il responsabile dellarea tecnica, lInter lo ha presentato ieri, a 66 giorni dal suo arrivo ad Appiano e dopo il suo esordio a San Siro. Branca ha rivelato che lInter lo seguiva da tanti anni ma col Porto nessuno è mai riuscito a chiudere un acquisto importante senza fare la felicità dellesoso presidente Jorge Nuno Pinto da Costa che ai tempi Fredy Guarin lo aveva pagato 250mila euro al Saint Etienne. Ma il colombiano era anche lunico a non avere una clausola rescissoria, a non voler rinnovare, ad aver litigato con il suo procuratore e a guardare le partite del Porto dalla tribuna per problemi muscolari e successiva ricaduta. Branca ha realizzato che era il momento per forzare, la cessione di Thiago Motta ha fatto il resto. Adesso Fredy Guarin è qui con un prestito da 1,5 milioni e diritto di riscatto a 13,5, e anche se Branca non vuole ritenerlo il miglior acquisto del dopo Mourinho per rispetto a Ranocchia, Poli, Alvarez, Forlan e Pazzini, il 25enne di Medelin ha tutto per diventare la star di San Siro: «Di sicuro non sono qui per giocare qualche mese- risponde mentre stringe la maglia numero 14 e la gamba destra sotto il tavolo va a ritmo su e giù tradendo la sua emozione -. Essere qui è un sogno, sapevo da due anni che sarei arrivato allInter, me lo diceva Ivan Cordova, dovevo solo avere pazienza». Parla correttamente spagnolo, francese e portoghese, ma per ora gli occorre il traduttore.
DallInter un segno di grande stima...
«Il fatto che un club così importante mi abbia scelto mentre ero infortunato e in un momento delicato è per me unulteriore motivazione. Spero di poter ricambiare tutto questo. LInter era un sogno, ci pensavo spesso. Essere qui dopo uninfanzia difficile come quella che ho vissuto io e giocare in un club così importante mi dà tante motivazioni, voglio stare qui tanto. La Juventus? I contatti li prendeva il mio procuratore ma sapeva che io volevo solo lInter. So che cè una data fissata dal club per decidere sul mio riscatto, da parte mia ho già deciso».
Arriva in una squadra in crisi.
«Bè, se la crisi è quella che ho visto domenica contro il Genoa non sono affatto preoccupato. Cera tanta di quella energia positiva in campo che arrivava fino alla panchina e deve ammettere che entrare durante una partita così delicata mi aveva fatto provare unemozione molto forte. LInter era abituata a dominare e a lottare sempre per vincere. Questo mi dà un grande senso di tranquillità, so che sarà di nuovo così e spero di contribuire in modo determinante. Voglio giocare e voglio diventare un titolare di questa squadra».
La qualificazione alla Champions è un sogno?
«Sì, un bel sogno. E anche molto difficile perché la Lazio è lontana. Ma dobbiamo crederci, dobbiamo andare avanti con la mentalità giusta, quella della lotta. Finché esiste una possibilità noi non dobbiamo arrenderci. Non è normale che lInter si trovi in questa situazione, adesso ci vuole la volontà di tutti».
Lei come si giudica?
«Quando stavo bene fisicamente e ho avuto lopportunità di giocare, ho sempre fatto la differenza. Al Porto ho sempre dato tutto e nessuno può dire il contrario. So che lInter sperava guarissi prima ma uno con un fisico come il mio ha bisogno di tempi di recupero più lunghi. Adesso non sono al top ma ci sto arrivando grazie a un lavoro quotidiano e molto intenso e grazie soprattutto allo staff medico».
Cosa si aspetta dallInter?
«Niente di quanto ha già fatto, ora dipende solo da me.
«Volevo solo lInter Non sono qui per qualche mese»
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