Una volta si chiamava «Mondial»

di Pierluigi Bonora

«Tutti presenti» abbiamo titolato più volte alla vigilia di un Salone dell'auto internazionale. Ma ora non è più possibile. Non c'è Salone (a salvarsi, chissà per quanto ancora, resta quello di Ginevra) che, scorrendo l'elenco degli espositori, non evidenzi qualche assenza. E adesso, a pochi giorni dall'apertura della rassegna di Parigi, non può passare in secondo piano l'assenza, per altro preannunciata da mesi, di un colosso come Ford, insieme a quelle di Volvo, Mazda, Aston Martin, Lotus, Bentley, Rolls-Royce, Bugatti e Lamborghini. Impossibile non notare il grosso buco che lascia Ford, con la sua gamma di prodotti molto familiari agli automobilisti europei. Ecco allora che Parigi, da quest'anno, dovrebbe perdere la denominazione di «Mondial» dell'automobile. Di fatto, non lo è più. E sarà molto difficile, nel futuro, recuperare anche il senso automobilistico francese di grandeur. Quello di Parigi, insomma, rischia di diventare un Salone di seconda fascia. Per l'Europa il settore sembra invece aver già scelto Ginevra e Francoforte, che dovranno comunque adeguarsi alle nuove esigenze: le rassegne dedicate a tecnologie e multimedialità, quelle che riguardano moda, life-style e design, e anche gli eventi che danno spazio alla passione e alla storia, aumentano continuamente di peso. La trasformazione è in pieno svolgimento e le strategie delle Case auto si pongono target differenti rispetto al passato. La prossima settimana, una volta varcata la Porte de Versailles, si capirà se gli organizzatori del «Mondial» hanno compreso la lezione e recepito il segnale lanciato soprattutto da Ford, oppure se hanno ritenuto di mantenere la formula abituale, confidando che prima o poi la «bolla» della diversificazione possa scoppiare (ne dubitiamo), costringendo i grandi assenti a fare un passo indietro. Insomma, alle Case auto serve ancora un Salone come quello di Parigi, o bastano la Rete e i social per soddisfare le curiosità del pubblico? Se la soluzione quest'ultima, si può spacchettare l'investimento (congruo) riservato al Salone tradizionale, premiando tanti altri e più remunerativi, a livello di marketing e di immagine, eventi «a tema».

Da come andrà l'ormai ex «Mondial» di Francia e, soprattutto, alla luce del numero dei partecipanti e delle novità organizzative ipotizzate, all'inizio dell'anno, per Ginevra 2017, si potrà capire quale futuro (ma anche non futuro) avranno i grandi Saloni dell'automobile.

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