VUVUZELA

Roberto Rosetti ha tirato un sospiro di sollievo nell’intervallo di Australia-Ghana quando ha saputo di aver inquadrato alla perfezione l’episodio più importante della partita, quello decisivo. In diretta non aveva avuto dubbi sull’intervento di Kewell che sulla linea di porta respinge con l’avambraccio il tiro-gol di Boateng: inevitabile l’espulsione del giocatore australiano e la concessione del rigore al Ghana. Poi gli si è insinuato qualche dubbio, tutta colpa di quel furbacchione di Kewell che gli diceva «ho respinto il pallone di petto, non l’ho toccato con il braccio, guardi il tabellone» e gli faceva cenno appunto di rivedere la scena. Probabilmente non sapeva che la Fifa aveva proibito di mandare in onda i replay dopo la prima giornata. Il nostro arbitro non ha cambiato idea, caspita, lui aveva visto il braccio galeotto, ne era certo, per qualche attimo però ha avuto un pizzico di incertezza. E gli è tornato alla mente quel mani di Zauri in un Lazio-Fiorentina di alcuni anni fa che gli era costato un “cazziatone” dell’allora designatore Bergamo in una telefonata intercettata nell’ambito di Calciopoli: «Come hai fatto a non vederlo?». Stavolta invece ha valutato tutto al meglio, compreso un contatto nell’area ghanese in avvio di gara.
La buona direzione di gara, condita da cinque ammonizioni, tutte corrette, lo porterà in alto nella classifica stilata quotidianamente dalla commissione arbitrale della Fifa. A differenza dello svizzero Busacca, tradito da un assistente. A Rosetti serviva un colpo d’ala per prendere quota, c’è riuscito. I segnali non erano stati positivi fino a ieri. E la designazione a una partita di seconda fascia, anche se poi rivelatasi ad alto coefficiente di difficoltà, andava in questa direzione. Al Mondiale, d’altra parte, era arrivato con una pagella appena sufficiente: in campionato non aveva fatto benissimo, per sua fortuna si era riscattato in Champions League dove aveva arbitrato una semifinale per il terzo anno consecutivo. A breve sapremo quanto terreno ha guadagnato nella sua personalissima corsa.
Nel precedente Mondiale aveva diretto quattro partite, fra cui l'ottavo di finale Francia-Spagna, suscitando una splendida impressione fra i papaveri della Fifa. Mai un fischietto di casa nostra aveva arbitrato così tanto. L’ascesa dell’Italia, poi laureatasi campione del mondo, gli impedì di andare avanti.

Giusto il contrario di quello che successe all’Europeo dove, primo arbitro nella storia delle più grandi competizioni internazionali, è stato designato sia per l’incontro di apertura (Svizzera–Repubblica Ceca) che per la finale Spagna-Germania. In questa edizione è atteso almeno a un quarto di finale. Poi il suo destino sarà diametralmente opposto a quello della nostra nazionale.

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